Pubblicate in italiano le lettere di F. Scott Fitzgerald

Pubblicate in italiano le lettere di F. Scott Fitzgerald
22 luglio 2017

Sono state pubblicate in italiano, in un libro curato da Leonardo G. Luccone, le piu’ belle lettere che F. Scott Fitzgerald scrisse al suo editor Maxwell Perkins, al suo agente Harlold Ober (lo stesso di Salinger e Hemingway) e agli amici scrittori (lo stesso Hemingway ma anche Thomas Wolfe e Edmund Wilson). Titolo: “Sara’ un capolavoro – Lettere all’agente, all’editor e agli amici scrittori” (Minimum Fax, 15 euro). Sono state pubblicate in italiano, in un libro curato da Leonardo G. Luccone, le piu’ belle lettere che F. Scott Fitzgerald scrisse al suo editor Maxwell Perkins, al suo agente Harlold Ober (lo stesso di Salinger e Hemingway) e agli amici scrittori (lo stesso Hemingway ma anche Thomas Wolfe e Edmund Wilson). Titolo: “Sara’ un capolavoro – Lettere all’agente, all’editor e agli amici scrittori” (Minimum Fax, 15 euro). Giovanissimo, Fitzgerald si pose tre obiettivi: sposare Zelda Sayre, scrivere libri di “valore perenne” e guadagnare un sacco di soldi per vivere “sopra gli schemi”. Ma com’era veramente la sua vita? Un tripudio di feste, ville e sregolatezze? In questo libro sono raccolte le lettere che scrisse al suo editor Perkins, al suo agente Ober e agli amici scrittori – Hemingway, Wilson – che ebbero un ruolo cruciale nella sua esistenza; lettere che mostrano il ritratto di uno scrittore triste, fragile e solo, indefesso nella sua missione, un intellettuale che interveniva in tutte le fasi del lavoro editoriale dei propri libri e di quelli degli altri (fu accanito lettore di manoscritti, scout, editor), un talento immenso che in nome dell’arte si e’ sacrificato fino a consumarsi.

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Scriveva racconti per pagare i debiti: Fitzgerald ha passato la vita in debito. Maxwell Perkins (erano pero’ i soldi di Scribner) e Harold Ober erano le sue banche personali. Fitz gli chiedeva sempre anticipi su futuri guadagni. Era, con Ober, un costringersi a scrivere. Molti racconti di Fitzgerald nascono cosi’, da un momento all’altro, per necessita’. Eppure ha avuto una stagione in cui dal Post guadagnava 4000 dollari a racconto. Oggi sarebbero circa 40.000 euro. Prima di morire non riusciva a piazzare piu’ i suoi pezzi. Solo Esquire gli dava 250 dollari a “scopata”, cosi’ li chiamava lui. Queste lettere tracciano una biografia inedita. Oltre a Ober e Perkins abbiamo lettere a Wolfe, Hemingway, ad altri amici scrittori, a sceneggiatori e produttori cinematografici (c’e’ perfino chi lo riscrive da capo a piedi, Mankiewicz), a editor di riviste; ci sono lettere a Zelda (bellissime, intensissime, durissime) e alla dottoressa che la teneva in cura (qui c’e’ uno spaccato della gelosia di Fitz per il romanzo di Zelda che uscira’ sempre da Scribner. Zelda lo scrive in 6 settimane e lo manda di nascosto a Perkins – Zelda e Fitz si accusano vicendevolmente di copiarsi), alla ballerina che dava lezioni di danza a Zelda.    Fitzgerald si consuma: “La mia vita aveva attinto a risorse che non possedevo, avevo intaccato me stesso fisicamente e spiritualmente, fino all’osso”. “Quella della mia vita e’ la storia di una lotta tra l’impetuoso desiderio di scrivere e una serie di circostanze tendenti a impedirmelo.” E’ un libro pieno di successi e fallimenti (Tenera e’ la notte, Hollywood – Fitz non riuscira’ a lasciare il segno come sceneggiatore, i tentati suicidi di Zelda, il disastro degli ultimi anni).

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