Rai “taglia” Orsini, polemiche e imbarazzo nel centrosinistra

Rai “taglia” Orsini, polemiche e imbarazzo nel centrosinistra
Alessando Orsini
25 marzo 2022

La Rai revoca fra le polemiche il contratto di collaborazione con Cartabianca al sociologo Alessandro Orsini, docente della Luiss da giorni nel mirino della politica per le sue posizioni critiche nei confronti della Nato, da molti bollate come filo-Putin. In mattinata, è il deputato dem Andrea Romano ad annunciare la presentazione di una interrogazione parlamentare sul contratto stipulato da viale Mazzini. “Il professor Orsini può dire in tv tutte le stupidaggini che vuole – dice – ma non pretenda di essere pagato con i soldi degli italiani”. La replica ufficiale non si fa attendere, i vertici Rai fanno sapere di aver annullato il contratto.

Piccata la replica di Bianca Berlinguer: “Una decisione – commenta – che limita gravemente il mio ruolo di autrice e di responsabile di Cartabianca per quanto riguarda la questione fondamentale della scelta degli ospiti e di conseguenza dei contenuti sui quali si costruisce la discussione”. Il professore, dal canto suo, replica a stretto giro di posta alla Rai: “Ho scelto Bianca Berlinguer perché penso che sia una garanzia di libertà. Questa libertà va difesa. Per questo motivo, annuncio – dichiara – che sono pronto a partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer gratuitamente”.

Punta il dito sulla situazione dell’azienda pubblica Michele Anzaldi di Italia viva: “Il caso Orsini ha fatto emergere quanto la Rai sia un’azienda totalmente allo sbando: decisioni prese e revocate in poche ore, i massimi dirigenti che si dichiarano all’oscuro di quello che succede nelle trasmissioni, conduttrici che rilasciano dichiarazioni pubbliche contro l’azienda”. Plaude senza riserve all’iniziativa il senatore Pd Andrea Marcucci, che parla di decisione “giusta. Confronto delle idee sì ma senza retribuire stabilmente opinionisti filo Putin”. Sulla stessa linea la collega di gruppo Valeria Fedeli, secondo la quale “è fondamentale infatti che la Rai garantisca un’informazione e un approfondimento sì plurali, ma certo non equidistanti tra chi oggi sostiene le ragioni degli aggrediti e quelle degli aggressori”.

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Ma la scelta di tagliare la collaborazione con l’opinionista dopo le critiche della politica imbarazza una parte del centrosinistra: per il senatore socialista Riccardo Nencini (Iv-Psi), “in Rai, proprio perché si tratta di un servizio pubblico, il professor Alessandro Orsini ha diritto di esprimere la propria opinione”. Mentre Gianni Cuperlo, storico esponente della sinistra del Pd, fa appello ai suoi colleghi di partito: “Lasciamo perdere – scrive su Facebook – editti, anatemi e interdizioni”. Anche più netto il senatore dem Tommaso Cerno: “La libertà di opinione – commenta – quando l’interlocutore è autorevole non può essere la ragione del si o del no del servizio pubblico. Se vogliamo vincere contro la dittatura non possiamo diventare dittatura a nostra volta”.

Mauro Coltorti del Movimento 5 stelle parla di episodio “grottesco e pericoloso”. Pino Cabras di Alternativa esprime solidarietà allo studioso e parla di “censura di stampo maccartista”. Dall’opposizione (in sintonia però con la maggioranza su alcuni temi legati all’emergenza bellica) prende la parola Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Io non sono d’accordo con molte delle cose che dice il prof. Orsini, ma per questo – avverte – lo voglio difendere. Mi spaventa una Nazione nella quale la televisione di Stato consente di sostenere unicamente le stesse tesi che sostiene il governo”.

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