Renzi si sveglia: l’Ue apra porte ai migranti o veto su bilancio. E punta dito su Paesi dell’est

Renzi si sveglia: l’Ue apra porte ai migranti o veto su bilancio. E punta dito su Paesi dell’est
26 ottobre 2016

Matteo Renzi avverte l’Europa: senza il rispetto delle regole da parte di tutti sui migranti, l’Italia e’ pronta a mettere il veto sul bilancio dell’Unione Europea. Un messaggio che il presidente del Consiglio invia ai paesi dell’Est, quelli che rispondono con i muri all’emergenza migranti. Ma anche alle istituzioni europee che non fanno prevalere il principio della solidarieta’ nella gestione dei flussi. Tutto questo nel giorno in cui Bruxelles fa recapitare la lettera con le richieste di chiarimenti al governo sulla legge di bilancio, appena approvata dal Consiglio dei ministri e in discussione in Parlamento. “Di violazioni alle regole europee ce ne sono tante”, premette Renzi: “Da nove anni la Francia e’ sopra il 3 per cento, la Spagna ha un deficit che e’ il doppio del nostro. Si’, il nostro debito e’ cresciuto dello 0,1 per cento nel secondo trimestre del 2015. Ma l’Italia ha rispettato tutte le regole in questa legge di Stabilita’”. E questo, nonostante il Paese si sia trovato a dovere affrontare due emergenze, che per il presidente del Consiglio giustificano ampiamente il ricorso alle clausole eccezionali previste dal regolamento Ue: flussi dei migranti e terremoto.

Sulla prima, in particolare, Renzi mette in guardia: “Noi non siamo piu’ in condizione di reggere questa situazione. Abbiamo tempo sei mesi massimo. O blocchiamo l’afflusso entro il marzo 2017 o l’Italia non riuscira’ piu’ a reggere quello che e’ successo quest’anno”. Cio” significa che “il meccanismo dei venti miliardi da mettere” da parte dell’Italia “e 12 da prendere non regge piu””. Per questo, “siamo pronti a mettere il veto. I contanti non passano dai muri, se tiri su un muro i soldi degli italiani te li scordi”, chiaro riferimento a quei Paesi, come l’Ungheria, che affrontano le crisi umanitarie e le ondate di migranti che ne derivano alzando muri ai confini. Il capitolo terremoto, per Renzi, si compone di due paragrafi: la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. E del secondo fa parte l’edilizia scolastica: da Bruxelles “possono scrivere tutto quello che vogliono ma Amatrice, Accumoli e Arquata le rimettiamo su come Dio comanda” e le scuole “le mettiamo in sicurezza perche’ per me i nostri figli sono dieci volte piu’ importanti di Bruxelles”. Per quanto riguarda l’interpretazione delle clausole eccezionali, poi, non c’e’nemmeno da discutere: “Le due clausole eccezionali” nella legge di Bilancio sottoposta alle istituzioni europee “sono per il terremoto e gli immigrati. Tutto cio’ che serve per rimettere a posto lo mettiamo fuori dal computo del Patto di Stabilita’. Dopo sette anni abbiamo avuto tre terremoti uno peggio dell’altro. Il genitore che ha il bambino che va a scuola vuole che la scuola sia sicura perche’ non si sa quando e dove arrivera’ il prossimo sisma. I soldi che servono per l’edilizia scolastica stanno fuori dal patto di stabilita’. Un po’ meno di cinque miliardi”. Il governo, tuttavia, mostra di non preoccuparsi dell’effetto della lettera.

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