Renzi va avanti e lancia sfida minoranza Pd: “Basta diktat”

Renzi va avanti e lancia sfida minoranza Pd: “Basta diktat”
9 giugno 2015

Il premier Matteo Renzi va avanti e lancia una sfida alla minoranza del Pd: “Chi vuole fermare tutto questo può togliere la fiducia in Parlamento e in direzione Pd, ma fintanto che questo non succede noi saremo in prima linea” per cambiare l’Italia fino al 2018. “Vogliamo mantenere le primarie o scegliamo un altro meccanismo? Facciamolo, ma dobbiamo deciderlo. Se però scegliamo le primarie poi le dobbiamo rispettare. Nessuna delle sette candidature proveniva dalla mia esperienza, si e’ fatta una scelta libera, la segreteria e’ rimasta estranea, ma il voto delle primarie il giorno dopo si rispetta, quando si fanno le primarie e si perdono non si scappa con il pallone”. Così il leader Pd Matteo Renzi ha aperto i lavori della direzione Pd. “Basta totem ideologici”, dice il premier, basta raffigurare “Marchionne come il male assoluto”. “Chi ha votato contro la fiducia non mi puo’ fare la ramanzina il giorno dopo”. “Noi abbiamo scelto un percorso, ci confrontiamo, sui temi di merito questo partito discute, ma non si può discutere sempre. Non e’ che su tutti i temi ognuno fa come gli pare affronta tutto come una questione di coscienza.

RIFORME
“Sulle riforme istituzionali non possiamo perdere nemmeno un giorno, e’ l’elemento chiave della legislatura”. Così il premier Matteo Renzi, che ha confermato l’intenzione di tenere il referendum costituzionale nel 2016. “O si sta con chi la vuole o con il comitato del no che al momento vede impegnati Salvini, Grillo e Berlusconi”. “Siamo pronti a una discussione nel merito su come dovra’ essere composto” il nuovo Senato. Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel corso della direzione del Pd. “Siamo pronti purche’ si chiuda perche’ la riforma costituzionale e’ lo snodo chiave”.

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SCUOLA
“Non ho problemi sui numeri, posso fare la riforma della scuola anche domattina, anche spaccando il Pd, ma lo riterrei un errore politico”. Così il premier Matteo Renzi, che alla direzione del Pd ha spiegato di avere i numeri sia sulla riforma della scuola che sulle riforme istituzionali. “Sulla scuola non abbiamo coinvolto abbastanza i protagonisti, prendiamoci piu’ tempo perche’ e’ un bene supremo per l’Italia”. “La riforma della scuola la facciamo per i ragazzi, non come ammortizzatore sociale”. Ha spiegato il premier. “Non accetto l’idea che stiamo distruggendo la scuola, quando siamo quelli che hanno messo più risorse di tutti”, ha aggiunto.

ELEZIONI REGIONALI
“Abbiamo il governo di 17 Regioni su 20, difficile far capire all’estero che si pensa di aver perso…” Cosi’ il premier Matteo Renzi, parlando delle elezioni regionali. “Ora tutto il Sud e’ nelle nostre mani”. “Dobbiamo stoppare la discussione sulla ragioneria dei voti, ma fare un ragionamento politico”. “E allora sono suonati molti campanelli d’allarme su cui riflettere” ma bisogna dire “basta alla demagogia da parte di chi ha detto in questi giorni che abbiamo perso elezioni”, sostiene il presidente del Consiglio.
Le elezioni regionali referendum sul Pd? “Chiunque abbia un minimo di onesta’ – dice Renzi -, deve ammettere che non si possono mischiare le mele con le pere. Io sfido nel merito chi dice che abbiamo perso voti rispetto al 2014. Una cosa sono le europee del 2014, un’altra le amministrative del 2014. E qui nel 2014 abbiamo perso citta’ simbolo. Non si vince piu’ con il voto di rendita”. “A livello nazionale c’è uno scenario suggestivo con tre opposizioni”. Matteo Renzi analizza l’esito delle regionali e sottolinea che tre sono le opposizioni: destra, sinistra di Landini e M5s.

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Innanzitutto la destra, che, spiega il leader Pd alla direzione del partito, “c’è ed è ancora viva, anche se in una fase di discussione interna, in Liguria Toti ci ha preso voti al centro, ma non trova un punto di equilibrio”. “Questa destra – spiega Renzi – è guidata numericamente e sui contenuti da un leghismo di ritorno, che sferra l’attacco più insidioso sul tema dell’immigrazione. Ha tentato di sfondare sull’economia e non ce l’ha fatta, hanno detto che sono la destra degli imprenditori ma sono stati respinti con perdite, perché sono la destra contro l’euro. Essendo poco credibili sull’economia, giocano la carta della paura”.
Il reddito di cittadinanza proposto da Beppe Grillo? “Una misura ingiusta, anticostituzionale, che da un messaggio diseducativo”. Renzi dice “no all’assitenzialismo con altri mezzi, ragioniamo su misure contro la poverta’”. “Aver consentito a Grillo fare una campagna elettorale” sul reddito di cittadinanza” è stato un errore da parte mia e da parte nostra”, dice il presidente del Consiglio. La Coalizione sociale di Landini? “Destinata ad essere sconfitta non solo nei numeri ma anche nella logica”. Lo sostiene il premier Matteo Renzi. Landini “fa piu’ comparsate in tv di quante sono le persone che scioperano a Pomiglione. E’ demagogia pura”, osserva il premier che definisce la ‘creatura’ di Landini “Coalizione asociale”.

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