Rischi il diabete da qui a cinque anni? Te lo dice un test

Rischi il diabete da qui a cinque anni? Te lo dice un test
24 agosto 2015

Uno studio italiano, condotto dal professor Giorgio Sesti, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia, insieme ai ricercatori dell’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro e dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ dimostra che è possibile prevedere la comparsa di diabete entro i prossimi 5 anni, anche in soggetti finora ritenuti non a rischio, attraverso un test comunemente utilizzato, il test da carico orale di glucosio. Lo studio, che apre inediti scenari per laprevenzione e la diagnosi precoce di questa condizione è stato pubblicato sulla rivista JCEM. Sono 387 milioni le persone affette da diabete nel mondo, secondo le ultime stime dell’International Diabetes Federation. Un numero talmente enorme da essere difficile da visualizzare, se non contestualizzandolo nelle sue terribili ricadute. Il diabete di tipo 2, soprattutto quello non diagnosticato (una persona su due nel mondo è affetta da questa condizione senza saperlo) o quello trattato troppo tardivamente, porta a conseguenze molto pesanti: dalla perdita della vista, all’amputazione degli arti inferiori, dall’ictus, all’infarto, alla perdita della funzionalità renale, che porta alla dialisi. E il diabete, attraverso tutte le sue complicanze, porta anche ad una morte precoce, al ritmo di una persona ogni 7 secondi, fino ad un totale di 4,9 milioni di decessi correlati a questa condizione nel 2014, nel mondo.

Da tutto ciò appare chiaro quale sia l’importanza di diagnosticare prontamente questa condizione, per poterla affrontare e a trattare immediatamente, modificando lo stile di vita, correggendo i fattori di rischio e assumendo una terapia farmacologica adeguata, dove necessario. E tutto questo, idealmente, anche prima che la malattia si sia manifestata.E lo studio italiano appena pubblicato dà un grande apporto alla prevenzione e alla diagnosi precoce, avendo individuato con un semplice test, di uso comune, una nuova categoria di soggetti con ‘pre-diabete’, i cosiddetti ‘NGT-con alta glicemiaad un’ora’, che presenta un rischio aumentato del 400% di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni. Una categoria di soggetti finora ‘invisibili’ alle strategie di prevenzione che invece meritano attenzione come ‘sorvegliati’ stretti’.

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“Questa ricerca – afferma Sesti – ha dimostrato che le persone con normale tolleranza glucidica, ma con valori di glicemia maggiori di 155 mg/dl, un’ora dopo l’assunzione di una bevanda contenente 75 gr di glucosio (test da carico orale di glucosio, OGTT) hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete mellito tipo 2, rispetto a quelli con alterata glicemia a digiuno (IFG- ImpairedFastingGlucose), una condizione considerata a rischio secondo le linee guida internazionali e caratterizzata da un valore di glicemia a digiuno compreso tra 100 e 125 mg/ml”.”Il nostro studio dimostra che – prosegue – rispetto ai soggetti con alterata glicemia a digiuno (IFG), le persone con normale tolleranza glucidica, ma con valori di glicemia 1 ora dopo carico orale di glucosio maggiori di 155 mg/dl (‘NGT-alti ad un’ora’), presentano due aspetti patogenetici, tipici del diabete tipo 2, ovvero: una riduzione della sensibilità insulinica e una ridotta funzione secretoria da parte delle beta cellule pancreatiche”. “L’importanza del nostro studio – sottolinea il professore – è di avere fatto emergere una condizione di rischio per diabete tipo 2, in un gruppo di persone considerate a basso rischio di diabete tipo 2 secondo le attuali linee guida”.

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