di Giuseppe Novelli
Giornata decisiva quella di ieri perché nel puzzle della Giunta di Roma di Virginia Raggi i tasselli delle competenze cominciassero a chiarirsi e incastrarsi tutti. Una corsa contro il tempo perché il 7 luglio la sindaca dovrà arrivare con una squadra “impeccabile e in ordine”, da presentare all’Assemblea Capitolina. In Campidoglio, a partire dal primo pomeriggio, sfilano Daniele Frongia, sempre più vicino alla carica di vicesindaco, e poi Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica che stamattina a un’iniziativa della Cna aveva ammesso di non sapere se accollarsi “lo zaino” della delega ai Lavori pubblici, andando potenzialmente a scoprire un’ulteriore casella fino ad oggi data per coperta anche nel direttorio. A Capo del Gabinetto della sindaca pentastellata, dopo le polemiche sul discusso Raffaele Marra, sembra sempre più certa la nomina di Daniela Morgante, il cui rigore le era costato l’allontanamento dal risanamento del bilancio sotto il sindaco Ignazio Marino.
Per il timone dei conti di Roma, invece, risalgono le quotazioni dell’ex dirigente Consob Marcello Minenna, mentre sull’altra questione spinosa del personale capitolino Raggi fa sapere, presentandosi a sorpresa nell’incontro delle Rsu capitoline presso la Sala della Protomoteca, che quella delega la terrà per sé, e che nei prossimi giorni incontrerà i sindacati per affrontare i tre nodi prioritari del salario accessorio, del rinnovo contrattuale e del precariato nelle scuole dell’infanzia. Su Commercio e Trasporti, “c’è un’indecisione per eccesso di scelta”, assicura il consigliere Paolo Ferrara, di passaggio in Campidoglio e accreditato capogruppo d’aula per il M5S. Anche se per l’ultima delega si fa strada il nome dell’ex consigliere M5S Enrico Stefano, anche lui ieri in Campidoglio per incontrare la sindaca. Il mosaico è quasi completo e Raggi sembra vicinissima a svelarlo.
