Speranza decide stop a sci, subito polemica nel governo. Fi: “Così non va bene”

Speranza decide stop a sci, subito polemica nel governo. Fi: “Così non va bene”
Il ministro della Salute, Roberto Speranza
14 febbraio 2021

Lo stop alla riapertura degli impianti sciistici, che era prevista per domani, scatena la polemica politica, anche dentro la neonata maggioranza di governo. A chiedere un rinvio era stato il Comitato tecnico scientifico e questa sera il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza, che sposta la riapertura al 5 marzo. La decisione, spiega il Ministero, “tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio” secondo cui la variante della Gran Bretagna “caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi”. Il governo “si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori” ma questo non ferma le polemiche. “La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione”, con indennizzi immediati, dicono i ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia mentre il Carroccio, con i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari chiede “un cambio di passo” e il “cambio di squadra a livello tecnico”.

Sempre nella maggioranza, anche Italia viva parla di “un duro colpo per tutta la montagna” per la quale “servono immediatamente ristori adeguati alla situazione e certezze per il futuro”. Duri anche i deputati Pd che parlando di “tempistica discutibile” vogliono “ristori e risarcimenti adeguati, congrui e tempestivi al sistema imprenditoriale della montagna italiana, che con grande impegno e sacrificio si era presentato ai cancelletti del 15 febbraio adeguato”. Anche Forza Italia protesta: “Così non va bene, non va bene a poche ore dall`apertura, è una questione di rispetto per le migliaia di persone coinvolte e per le attività economiche”. E mentre le Regioni, in testa Piemonte e Lombardia, sono sul piede di guerra, è durissimo il commento di Giorgia Meloni, secondo cui la decisione è “la mazzata finale per tantissimi operatori” da parte di un governo che tratta “gli italiani come sudditi”. askanews

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