Turchia, blitz anti-Hdp e un’autobomba: arrestati 9 parlamentari. Germania e Italia preoccupati

Turchia, blitz anti-Hdp e un’autobomba: arrestati 9 parlamentari. Germania e Italia preoccupati
4 novembre 2016

Arrestati nove parlamentari del terzo partito della Turchia, il filocurdo Hdp, e due leader, Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, e un’autobomba nella più grande città del sudest a maggioranza curda, Diyarbakir. Un venerdì che sarà difficile dimenticare per la minoranza del Paese. Le accuse rivolte ai deputati sono di collegamenti e propaganda per il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) a cui è stato addossato l’attentato di oggi che ha causato otto morti. Dopo l’arresto stamattina Demirtas e Yuksekdag sono stati portati in tribunale e i giudici devono decidere se confermare il fermo o meno, scrive l’agenzia Anadolu. Il blitz anti-Hdp in cui sono stati arrestati anche altri nove deputati è il punto più alto dell’escalation turca contro i politici filo-curdi in seguito al golpe fallito a luglio. L’Hdp che difende la causa curda, i diritti delle minoranze, dei gay e l’uguaglianza tra generi, è da tempo nel mirino di Ankara e il suo leader, il carismatico Demirtas, soprannominato “l’Obama curdo” ha più volte irritato lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan per la sua personale crociata contro la modifica della costituzione per rafforzare il sistema presidenziale. L’ondata di arresti che ha fatto balzare sulla sedia anche le autorità europee. L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, ha scritto su Twitter di essere “estramamente preoccupata” dall’accaduto.

Nei mesi scorsi sia Demirtas che Yuksekdag erano stati oggetto di diverse indagini separate ma è la prima volta che vengono arrestati. Il blitz, a Diyarbakir e ad Ankara, è partito dopo mezzanotte. Demirtas ha twittato all’1:30 ora locale (00:30 in Italia) che la polizia era arrivata a casa sua e lo stava per arrestare. Tweet partito prima che internet venisse bloccato e si verificasse il blackout nazionale per le principali app come Twitter, Facebook, YouTube e Whatsapp. La rete Ntv ha reso noto che i due leader filocurdi sono accusati di aver fatto propagando per il Pkk, mentre l’agenzia Anadolu ha scritto che Demirtas è stato accusato di aver scatenato la violenza nelle proteste di ottobre 2014 in cui si ci furono anche diversi morti. I sospetti, ha aggiunto Anadolu, non hanno risposto ai procuratori. Tra gli altri arrestati anche il famoso deputato Sirri Surreya Onder, che nel passato è stato un uomo di contatto con il leader del Pkk, attualmente in carcere, Abdullah Ocalan. Sale quindi ancora di più la tensione, già altissima dopo il fallito colpo di stato, l’istituzione dello stato di emergenza e le decine di migliaia di arresti. E cresce la violenza: l’attacco di oggi a Diyarbakir “sembra” sia stato portato “con un’autobomba usata dai membri dell’organizzazione terroristica separatista”, ha reso noto l’ufficio del governatore locale facendo riferimento al Pkk. Nell’attacco sono morte otto persone, due agenti e sei civili, e ci sono almeno 100 feriti, ha dichiarato il premier turco Binali Yildirim.

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L’arresto di nove deputati e dei due leader del partito filocurdo Hdp, Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, segna “la fine della democrazia” in Turchia. Lo ha dichiarato il partito, il terzo in Turchia. “L’obiettivi di queste misure è di chiudere il terzo principale partito in Parlamento. E’ un giorno nero non soltanto per il nostro partito ma anche per tutta la Turchia e la regione perché significa la fine della democrazia” si legge nella nota in cui l’Hdp aggiunge di non volersi arrendere a queste “politiche dittatoriali”. “Preoccupato per arresto stanotte di @hdpdemirtas e altri deputati Hdp in Turchia. Italia chiede rispetto diritti opposizione parlamentare”. Così in un tweet il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni esprime la sua preoccupazione per l’arresto dei deputati del terzo partito turco, il filo-curdo Hdp, avvenuto nelle prime ore di oggi. Anche fonti di Palazzo Chigi rendono noto che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta seguendo con grande preoccupazione gli eventi delle ultime ore in Turchia. Le stesse fonti ritengono “inaccettabile” il possibile uso politico della nuova legislazione sull’immunità parlamentare, che ha consentito l’arresto del leader e di altri 10 parlamentari del Partito Democratico del Popolo (Hdp), principale partito curdo. Anche la Germania è preoccupata. Angela Merkel ha convocato oggi l’incaricato d’affari turco. Il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier ha “convocato l’inviato della Turchia al ministero degli Esteri”, ha spiegato una fonte, sottolineando che, se pure Ankara “ha il diritto di affrontare la minaccia del terrorismo…questo non dovrebbe servire come giustificazione per reprimere l’opposizione o porla dietro le sbarre”. (con fonte afp)

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