Granate contro Corte Surpema. Ecco chi ha lanciato la bomba

28 giugno 2017

Un elicottero della polizia ha lanciato granate contro la sede della Corte suprema venezuelana e ha aperto il fuoco contro il ministro dell’Interno: un “attacco terroristico”, ha denunciato il presidente Nicolas Maduro, nel mirino dall’inizio di aprile di un’ondata di manifestazioni per chiedere le sue dimissioni. Secondo il capo dello Stato, dietro la tensione che cresce di ora in ora e gli episodi di violenza che scandiscono i giorni nella capitale venezuelana c’è un complotto della destra, sostenuta dagli Stati Uniti. Ieri Maduro è tornato ad accusare l’America di volere “un colpo di Stato”. “Ho attivato le forze armate per difendere l’ordine. Fermeremo presto l’elicottero e coloro che hanno messo in atto questo attacco terroristico”, ha dichiarato il presidente socialista, durante le celebrazioni per la Giornata del Giornalismo al palazzo presidenziale Miraflores. Maduro non ha dato conto di vittime o danni. In un successivo comunicato la presidenza ha parlato del lancio di quattro ordigni “di origine colombiana e di fabbricazione israeliana” e di 15 colpi d’arma da fuoco. Secondo le indiscrezioni di stampa e quanto circolato subito sui social network, l’autore della clamorosa azione sarebbe stato un agente dei servizi segreti venezuelani.

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Alcuni video che circolano sui social media mostrano un uomo che pilota un elicottero dal quale sventola uno striscione con la scritta: “Libertà. Articolo 350”, in riferimento all’articolo della costituzione venezuelana che consente ai cittadini di proclamare la disobbedienza civile di fronte “a qualsiasi regime che schiacci le garanzie diplomatiche o violi i diritti umani”. L’incidente è avvenuto poche ore dopo che Maduro aveva dichiarato che avrebbe usato le armi se il governo fosse stato minacciato da “forze antidemocratiche”. Il quotidiano venezuelano El Nacional ha poi dato nome e cognome dell’uomo alla guida dell’elicottero è Oscar Perez, ex capitano deil Cicpc, i servizi segreti venezuelani. Sempre in un video diffuso sui social media, Perez, con al suo fianco quattro uomini mascherati che mitragliatrici, si rivolge direttamente ai suoi concittadini: “Cari fratelli venezuelani, vi parliamo a nome dello stato. Siamo una coalizione di militari, polizia e civili alla ricerca di un equilibrio e contrari a questo governo criminale”. Poi prosegue: “Abbiamo due scelte: essere giudicati domani dalla nostra coscienza e dal popolo oppure iniziare oggi a liberarci da questo governo corrotto”. Non si sa per ora dove si trovi l’uomo che ha lanciato questa estrema sfida al presidente venezuelano. Intanto il bilancio delle vittime delle violenze scoppiate durante e a margine delle manifestazioni anti-Maduro è salito a 76 morti: un nuovo raduno è in agenda per oggi.

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