“Zerozerozero”, Sollima e Saviano raccontano viaggio della droga

5 settembre 2019

Stefano Sollima ritorna a lavorare su un romanzo di Roberto Saviano. Dopo ‘Gomorra – la serie’ del 2014 basata sull’omonimo libro dello scrittore napoletano, e’ la volta di ‘ZeroZeroZero’, una serie tv italo-statunitense, distribuita in Italia su Sky Atlantic, che è stata presentata oggi al festival del cinema di Venezia. Una serie che ricalchera’ quanto scritto nel libro-inchiesta sull’impero della droga calabrese nel mondo. Come per ‘Gomorra’, anche stavolta alla stesura dell’adattamento televisivo ha collaborato lo stesso Saviano con la volonta’ di scandagliare l’industria del narcotraffico negli 8 episodi che comporranno la prima e unica stagione. ‘ZeroZeroZero’ e’ un viaggio nel mondo del narcotraffico, della sua formazione, nascita e sviluppo, nei Paesi dell’America Meridionale. Un’inchiesta che indaga sui ricavi e sugli scambi che coinvolgono l’Italia, in un commercio miliardario legato al “petrolio bianco”.

Il libro, diviso in 7 parti, nel 2013 e’ stato il volume italiano piu’ venduto dell’anno, arrivando primo in classifica in Messico, Paese che nel libro viene affrontato soprattutto per quanto riguarda la storia di Joaquin Guzman detto El Chapo. In un’intervista al Post, Saviano spiega: “Non me l’aspettavo. Mi onora molto aver avuto questo ascolto in Messico, con un libro che per molti capitoli parla proprio di loro. Se guardi le interviste che ci sono online, vedi i messicani che mi chiedono di interpretare il regno di El Chapo. Lo chiedono a un napoletano! Ma questa e’ la forza della tradizione italiana che ha studiato e raccontato le mafie”. Il romanzo, come riportato dal quotidiano messicano El Universal, fu trovato anche sul letto di uno dei nascondigli dello stesso Guzman durante la sua latitanza.

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Nel libro, il cui titolo ‘ZeroZeroZero’ ricalca il nome ‘Triple Cero’ con cui era conosciuto Salvatore Mancuso, criminale colombiano di origini italiane, secondo in comando all’Autodefensas Unidas de Colombia, si parla soprattutto dei principali narcos a capo dei cartelli colombiani e messicani. La ricostruzione di affari, guerre e ferocia si muove nella narrazione come in un diario. Della violenza criminale si tratta ampiamente sui passaggi che descrivono la morte dell’agente della Dea Enrique ‘Kiki’ Camarena torturato e ucciso in maniera brutale da alcuni sicari di Miguel Angel Felix Gallardo per la sua costante lotta contro i narcotrafficanti messicani. Il libro ha suscitato anche numerose critiche metodologiche. Il Daily Beast, sito di informazione creato dalla direttrice di Vanity Fair e del New Yorker Tina Brown, in un articolo accusava di plagio lo scrittore napoletano.

L’autore dell’articolo Michael Moynihan scrive: “‘ZeroZeroZero’ e’ pieno di reportage e scritti saccheggiati da giornalisti meno conosciuti, include interviste con ‘fonti’ che potrebbero non esistere e contiene numerosi casi di plagio evidente”, affiancando ai passaggi del romanzo le fonti originali. Saviano affido’ la sua difesa ad un lungo intervento sulle colonne di Repubblica dove scrisse: “Il metodo e’ la cronaca, il fine e’ la letteratura”, accusando i critici di voler sminuire e minare la sua credibilita’ in quanto l’articolo si soffermava “un po’ troppo sulla mia figura, sul fatto di essere ormai percepito come un personaggio politico e non solo come uno scrittore”. Saviano arrivava quindi a domandarsi: “Non e’ evidente, allora, che i miei libri, tutti, finiscano per scontare questa paternita’ troppo ingombrante?”. Le critiche, comunque, non hanno impedito al libro di essere un successo di vendite in Italia dove e’ diventato un bestseller fin dalla sua uscita.

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Sollima mostra i meccanismi con cui l’economia illegale diventa parte dell’economia legale e come entrambe siano collegate a una spietata logica di potere e controllo. La serie è una coproduzione internazionale tratta dal romanzo di Roberto Saviano, presente alla conferenza stampa di presentazione e che ha spiegato: “La coca la compri in Colombia a 2000 euro al chilo, arriva in Messico a 15mila euro al chilo, arriva negli Stati Uniti a 27mila euro al chilo, arriva in Italia a circa 54mila euro al chilo. Con 10mila euro di cocaina pura comprata in Sudamerica diventi milionario. La facilità con cui la coca può essere venduta ed istantaneamente testata la rende in assoluto nel mondo, e questa non è una serie sul narcotraffico ma sul potere, sulla economia del nostro tempo, quello che io credo sia il capitalismo contemporaneo: un turbo innescato dal narcotraffico“. La legalizzazione sicuramente potrebbe interrompere questa massa di guadagni infiniti, ma trasformerebbe l’economia”. A questo proposito il regista ha spiegato: “Quello che tu puoi indossare, la tua banca, qualsiasi cosa che ti circonda, potrebbe essere stata toccata dal fenomeno, e questo trovo che fosse l’anima del romanzo e il motivo stesso per cui abbiamo deciso di fare la serie”.

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