A 50 anni dal sisma del Belìce, “dramma che ha insegnato molto”

15 gennaio 2018

Sono trascorsi 50 anni dal 15 gennaio 1968, quando un violentissimo terremoto di magnitudo 6.4 devastò la Valle del Belìce, tra le province di Palermo, Agrigento e Trapani, causando la morte di 400 persone, mille feriti e oltre 90 mila sfollati. A ricordare la tragedia, all’Auditorium Giacomo Leggio di Partanna, è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il sisma cancellò la vita e la storia di interi paesi. Momenti di terrore che rivivono nei discorsi di chi quei giorni li visse in prima persona. “Ricordo gente che correva con il trattore o a piedi per andare fuori” racconta uno dei sopravvissuti. E un’altra: “Famiglie intere sono morte, anche due famiglie, dalla parte del fidanzato e della fidanzata”. Una tragedia resa ancora più drammatica dal ritardo con cui fu avviata la macchina dei soccorsi, per le difficoltà di raggiungere quei territori e la mancata percezione immediata di quanto devastante fosse stato il sisma. Il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti: “Il dramma del Belice ci ha insegnato molto. Oggi interveniamo sulle aree terremotate del Centro Italia senza i ritardi e le difficoltà, con la voglia e la capacità anche della Protezione civile e delle istituzioni di fronteggiare l’emergenza e poi ricreare le condizioni al più presto per la rinascita. Questa è una lezione che nel suo dramma profondo il Belice ci ha lasciato e dobbiamo onorare la memoria delle vittime sostenendo i cittadini perché possano guardare al futuro”.

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