La moglie del boss gestiva gli affari del clan, 38 arresti

La moglie del boss gestiva gli affari del clan, 38 arresti
16 dicembre 2015

Operazione antimafia dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Eseguiti 38 fermi. Tra i destinatari dei provvedimenti anche la moglie di un boss ai vertici del mandamento mafioso di Porta Nuova, a Palermo. Teresa Marino, 38 anni, moglie del boss detenuto Tommaso Lo Presti, al vertice del mandamento mafioso di Porta Nuova, secondo quanto accertato dagli investigatori, avrebbe diretto ogni attivita’ criminale dell’associazione mafiosa secondo le direttive impartite dal marito, in particolare nel settore del traffico della droga, nonche’ gestendo la cassa della cosca (“… questa mattina ho visto il conto… cioe’ mi sono rimasti quindicimila euro…”). L’indagata, immedesimandosi nella condizione delle mogli dei detenuti, rivolgeva particolare attenzione al sostentamento delle loro famiglie (“… appena le porta… io glieli faccio avere… dille cosi’) e un componente del clan, libero, consapevole di quanto la cosa stesse a cuore, affermava che sarebbe stato disposto a farlo anche di tasca propria (glieli stavo dando io… di tasca mia…”).

Gli indagati, in qualita’ di capi o gregari, ai mandamenti mafiosi di Palermo Porta-Nuova e Bagheria, devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e traffico di droga, illecita concorrenza con minaccia o violenza, illecita detenzione di armi e munizioni e turbativa d’asta. Le indagini hanno consentito agli investigatori di evidenziare il ruolo ricoperto dalla moglie di un autorevole boss del mandamento mafioso di Palermo Porta-Nuova. La donna, secondo quanto accertato ai carabinieri, avrebbe diretto ogni attivita’ criminale dell’associazione mafiosa secondo le direttive impartite dal marito detenuto, condizionando costantemente le attivita’ illecite anche degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore del traffico degli stupefacenti, nonche’ gestendo la cassa della consorteria (“…questa mattina ho visto il conto…cioe’ mi sono rimasti quindicimila euro…”).

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Le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando provinciale di Palermo, nell’ambito dell’operazione antimafia “Panta Rei”, hanno consentito agli investigatori di documentare gli assetti e le dinamiche del mandamento mafioso di Palermo Porta-Nuova (all’indomani dell’Operazione Iago dell’aprile 2014) e del mandamento di Bagheria dopo le operazioni Reset (giugno 2014) e Reset 2 (novembre 2015), evidenziando il ruolo di centralita’ ricoperto dal reggente della cosca di Porta Nuova nella gestione strategica dell’intera Cosa nostra palermitana e pertanto qualificato dagli stessi componenti del clan come “un capo mandamento di alto livello”. In tale quadro, spiegano gli investigatori, si inseriscono i ripetuti interventi del capo cosca sia nella soluzione di controversie interne ad altri clan (Misilmeri-Belmonte Mezzagno), “cosi’ influendo sui conseguenti riassetti organizzativi”, sia nella agevolazione della riscossione di crediti per milioni di euro vantati da un imprenditore vicino a Cosa nostra anche nei confronti di aziende operanti fuori dalla provincia di Palermo.

L’operazione antimafia, spiegano gli investigatori, ha fatto anche emergere “la capillare e asfissiante influenza” dell’organizzazione mafiosa sul tessuto economico non soltanto attraverso l’imposizione del pizzo, ma anche con la gestione di attivita’ di impresa capaci di imporsi sul mercato attraverso l’eliminazione violenta della concorrenza, in totale violazione delle regole del libero mercato. Il settore ittico, che costituisce un’importante voce dell’economia palermitana, e’ risultato essere vittima di questo illecito e pervasivo sistema. Ne e’ derivata l’eliminazione dal mercato di aziende in concorrenza con le imprese di Cosa nostra (“… gli dici che senza ordine di… non possiamo caricare nessuno nei nostri camion… gli dici che finisce la giornata e lo mandi a casa, altrimenti vengo e vi metto mani a tutti e due e vediamo se la dobbiamo finire… lo prendo e lo scanno qua…”) e la conseguente imposizione degli approvvigionamenti ai pescivendoli della citta’, costretti a rispettare anche le indicazioni relative all’ampiezza dei punti vendita. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate alcune attivita’ commerciali del settore ittico riconducibili a Cosa nostra. Dice il comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo, Giuseppe De Riggi: “E’ emerso dalle indagini che accanto alle attivita’ estorsive c’e’ anche il controllo totale del mercato ittico da parte di Cosa nostra”.

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I NOMI

Sono 38 i provvedimenti di fermo emessi nell’ambito dell’operazione antimafia “Panta Rei”, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo, di questi ne sono stati eseguiti 37. Una 38esima persona viene ricercata. In manette sono finiti Franco Bertolino, 52 anni, di Palermo, Alessandro Bronte, 30 anni, di Palermo, Paolo Calcagno, 49 anni, di Palermo, reggente del mandamento mafioso di “Porta Nuova”, Pietro Catalano, 33 anni, di Palermo, Tommaso Catalano, 52 anni, di Palermo, Girolamo Ciresi nato a Palermo di 63 anni, Giuseppe Costa nato a Palermo di 33 anni, Carmelo D’Amico nato a Palermo di 46 anni, Salvatore David nato a Palermo di 41 anni, Francesco Paolo Desio nato a Palermo 58 anni, Giuseppe Di Cara, reggente della famiglia mafiosa di Palermo “Porta Nuova”, 43 anni, Giuseppe Di Giovanni nato a Palermo 35 anni, Pasquale Di Salvo nato a Palermo di 53 anni, Rosario Fricano nato a Palermo di 31 anni, Alfredo Geraci nato a Palermo di 36 anni, Giuseppe Antonio Giallombardo, nato a Palermo di 39 anni, Nunzio La Torre, nato a Palermo, 29 anni, Domenico Lo Iacono nato a Palermo di 40 anni, Francesco Paolo Lo Iacono nato a Palermo di 35 anni, Tommaso Lo Verso nato a Palermo di 37 anni, Teresa Marino di 38 anni, Rocco Marsalone nato a Palermo 65 anni, Andrea Militello nato a Palermo di 42 anni. E poi Pietro Minardi nato a Palermo di 48anni. Salvatore Mule’ nato a Palermo di 46 anni. Giampiero Pitarresi nato a Palermo di 42 anni. Giuseppe Ruggeri nato a Palermo di 39 anni. Antonio Salerno nato a Palermo di 34 anni. Salvatore Scardina nato a Palermo di 65 anni. Ciro Spasiano nato a Napoli di 36 anni. Domenico Tantillo di Palermo di 42 anni reggente della famiglia mafiosa di borgo Vecchio. Giuseppe Tantillo nato a Palermo di 36 anni. Nicolo’ Testa nato a Bagheria di 51 anni reggente della famiglia mafiosa di Bagheria. Gaetano Tinnirello nato a Palermo di 68 anni. Massimiliano Restivo nato a Termini Imerese di 42 anni. Antonio Giuseppe Maria Virruso nato a Casteldaccia di 58 anni. Tutti devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e traffico di droga, illecita concorrenza con minaccia o violenza, illecita detenzione di armi e munizioni e turbativa d’asta.

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Articolo aggiornato alle 12:24

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