Qualità della vita, Sicilia ultimo posto. A Palermo le condizioni peggiori, top Bolzano

Qualità della vita, Sicilia ultimo posto. A Palermo le condizioni peggiori, top Bolzano
21 dicembre 2015

La Sicilia rimane agli ultimi posti in Italia per qualità della vita. Secondo la tradizionale ricerca de il Sole24Ore, è Palermo la provincia dove le condizioni sono peggiorate nell’arco di un anno, perdendo ben 11 posizioni e piazzandosi al 106° posto su 110, ultima tra le siciliane. Due gradini più in alto, ma in calo di 10 punti, c’è Messina (104/a); male anche Siracusa che scende di 7 posizioni, 90/a. Trapani si piazza al 96° posto, -4. La provincia dove si vive meglio è Ragusa che pur arretrando di tre gradini si posiziona al 78° posto. Inversione di tendenza, invece, per Agrigento, Enna e Catania che salgono nella ‘speciale’ classifica: la città dei Templi è 97/a con un balzo di 10 punti, Enna 93/a a +8 e Catania 95/a a +4. Caltanissetta invariata, 102/a. Sei le aree tematiche (tenore di vita, affari e lavoro, servizi, popolazione, ordine pubblico, tempo libero) analizzate. Oltre lo Stretto, invece, troviamo Bolzano per la quinta volta la provincia italiana dove si vive meglio, accompagnata da Trento che si colloca in terza posizione. La sorpresa di quest’anno è il secondo posto di una grande provincia, Milano. Nella parte bassa della pagella finale si trova invece una concentrazione di centri del Mezzogiorno, con Reggio Calabria sull’ultimo gradino, Vibo Valentia al penultimo e statisticamente poco distante dalla provincia al di là dello Stretto, Messina (104esima).

Dunque, Bolzano ritorna al primato per la quinta volta in 26 anni. Molti i punti di forza di Bolzano tra cui eccelle ad esempio nel tasso di occupazione (71% contro una media del 56%), nella quota di crediti in sofferenza (solo 5,7%, ossia meno di un terzo rispetto al valore medio), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in più della media). Buoni risultati anche in “Popolazione”, in particola per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita e nel Tempo libero, dove è prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri. All’estremità opposta, Reggio Calabria ha i piazzamenti peggiori nelle tre macroaree Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi Ambiente e Salute: alta è infatti la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2%), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’utenza), pessimo il voto di Legambiente. Quanto al secondo posto di Milano (era 8° nel 2014), è guadagnato soprattutto grazie agli indicatori del benessere (pensioni, Pil), dei servizi e delle opportunità di svago, mentre meno bene va sul fronte della sicurezza (trend che comunque coinvolge tutti i centri più grandi o ad alta attrazione economica o turistica). L’eterna rivale Roma quest’anno scende al 16° posto, arretrando di quattro posizioni rispetto al 12° posto del 2014. La top ten è occupata dai centri del Nord e del Centro (con l’aggiunta di Olbia-Tempio), di piccole o medie dimensioni (salvo appunto il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situate lungo l’arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta). Tra le regioni più rappresentate in top ten, oltre alla Lombardia con Milano e Sondrio, anche la Toscana con il capoluogo Firenze che mette a segno un notevole miglioramento, salendo al quarto posto dal 16° del 2014 e con Siena stabile (nona come nel 2014). Nella parte finale si concentrano invece le province del Mezzogiorno, restituendoci l’immancabile fotografia di un’Italia tagliata in due. Le province più in difficoltà delle altre aree territoriali sono, per il Centro, Frosinone (84 ) e, per il Nord, Asti (75 ).

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