Due anni di governo Renzi dalla A alla Z

Due anni di governo Renzi dalla A alla Z
20 febbraio 2016

Lunedì compie due anni il governo Renzi, il 63esimo della storia repubblicana, in carica dal 22 febbraio 2014. In pillole, ecco le parole chiave dei ventiquattro mesi dell’esecutivo dalla A alla Z.

“ARRIVO, ARRIVO!” E’ iniziato tutto così, con il tweet inviato da Renzi il 21 febbraio del 2014 dallo studio del Quirinale, dove in un lungo colloquio con Napolitano stava definendo la squadra del suo governo.

BANCHE-BOSCHI Il ministro più renziano e il caso più spinoso, uniti nella vicenda di Banca Etruria che ha visto il premier dover affrontare anche una mozione di sfiducia.

COSTITUZIONE La riforma della Carta è per Renzi “la madre di tutte le battaglie”, il provvedimento che deve dare il segno alla legislatura. Quasi in dirittura d’arrivo i passaggi parlamentari, l’appuntamento è già al referendum confermativo che si terrà in autunno.

DECRETO Il governo Renzi ne ha approvati dal suo insediamento 46, con una media di 2,23 al mese. Più bassa di quella degli esecutivi precedenti. I decreti rappresentano il 15% dell’attività normativa del governo. I ddl sono stati 126 (40%), i decreti legislativi 140 (45%).

EUROPEE E’ il passaggio popolare con cui Renzi legittima l’operazione che lo ha portato a palazzo Chigi. Il 41,8% è il miglior risultato di un partito dai tempi della Dc anni ’50.

FISCO Altro tema su cui Renzi sta spendendo la credibilità del governo. “Finalmente le tasse scendono”, è uno dei refrain del premier, cui si accompagna lo sforzo per la semplificazione con il 730 precompilato e le fatture elettroniche.

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GUFI VS GIGLIO MAGICO I due estremi dell’universo renziano. I gufi sono ormai una categoria dello spirito. Chi critica il governo o qualunque dei suoi provvedimenti, sia un esponente dell’opposizione o della minoranza interna, un editorialista o un commentatore, rientra automaticamente nella categoria. Dall’altra parte della barricata, la cerchia ristretta dei renziani di ferro: da Luca Lotti che a palazzo Chigi gestisce tutte le partite più delicate, fino a Marco Carrai che il premier – nonostante le polemiche – vuole a capo della struttura di Cybersecurity.

H-FARM Un incubatore di start up a Treviso (ora anche quotata in Borsa), scelta da Renzi per la sua prima uscita pubblica da premier. Un modo per comunicare l’impronta da dare al suo esecutivo: innovazione, tecnologia, crescita.

ITALICUM Dopo quasi 10 anni di tentativi, il Porcellum va in soffitta. La nuova legge elettorale viene approvata dalla maggioranza grazie al voto di fiducia, avendo perso per strada il sostegno di Fi e con la non partecipazione al voto di parte della minoranza Pd.

LETTA Impossibile dimenticare il passaggio della campanella più freddo della storia repubblicana. Preceduto dal leggendario hashtag #Enricostaisereno. MINORANZA Una volta avrebbe potuto rappresentare la spina nel fianco del premier-segretario. Per Renzi è poco più di un fastidio: non si è stracciato le vesti al momento delle uscite dal Pd dei vari Civati, Fassina, D’Attorre, né ha mai trattato con la minoranza interna per raggiungere compromessi. Meglio dividere i 120 una volta bersaniani, con l’ala ‘responsabile’ del ministro Martina ormai collocata nella maggioranza interna.

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NAZARENO (PATTO DEL) Il governo Renzi nasce in realtà un mese prima, quando Silvio Berlusconi arriva a varcare la soglia della sede del Pd per siglare il Patto che accompagnerà per un anno l’esecutivo, incardinando le riforme costituzionali.

OTTANTA EURO E’ il primo provvedimento di impatto varato dal governo Renzi. Contestato dai suoi detrattori, per il premier è invece una misura decisiva per rilanciare i consumi. A poche settimane dal voto per le Europee del giugno 2014.

PARTITO DELLA NAZIONE Lui smentisce, ma per i suoi avversari è il vero progetto politico di Renzi: un ‘partitone’ di centro, che nel quadro tripolare nato dall’avvento del M5s è seduto a capotavola e dà le carte.

QUIRINALE In molti lo considerano a tutt’oggi il vero capolavoro politico di Renzi. L’elezione di Mattarella al Quirinale ha fatto dimenticare l’impasse del 2013 che ha portato al bis di Napolitano, le lacerazioni nel Pd, i 101 franchi tiratori.

RAI L’obiettivo dichiarato era “liberare viale Mazzini dai partiti”. Ma tra un po. Perchè gli attuali vertici sono stati rinnovati con la legge Gasparri. La riforma è stata approvata solo dopo, ridisegnando la governance Rai per le nomine future. In vigore invece da quest’anno la riforma del canone: si pagherà – ridotto di circa il 10% – nella bolletta elettrica.

SLIDES Oggetto di ironia da parte dell’opposizione, sono diventate il marchio di fabbrica della comunicazione renziana. Che si tratti di una conferenza stampa al termine di un Cdm, di un’assemblea del Pd o di un’iniziativa politica, l’ausilio delle slides è imprescindibile per il premier.

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TRASFERTE Africa subsahariana, Estremo Oriente, Sudamerica. Renzi ha ridisegnato la geografia dei viaggi all’estero del presidente del Consiglio, negli ultimi anni ferma principalmente alla dimensione europea. La prima trasferta è stata in Tunisia, l’ultima in Argentina. In mezzo, Vietnam e Cina, Africa occidentale, e Paesi mai visitati prima da un premier come la Colombia. Una precisa scelta strategica, ma anche la giustificazione per acquistare il nuovo aereo di Stato, un Airbus A340 con un’autonomia di 15 ore di volo.

UNIONI CIVILI Rischia di essere la prima vera sconfitta di Renzi. Proprio in questi giorni la legge, fortemente voluta dal premier, è al bivio tra successo e fallimento.

VERDINI In comune con Renzi ha l’accento toscano. Ma oltre alla vicinanza geografica, l’ex berlusconiano è ormai decisivo, con i suoi 19 senatori, per garantire a palazzo Madama una maggioranza più serena al governo.

ZERO VIRGOLA E’ il simbolo delle principali battaglie di Renzi in Europa. “Basta austerity, serve flessibilità” è il mantra che il premier ripete dal giorno del suo insediamento, in uno scontro con Bruxelles che non accenna a placarsi. Dal patto di stabilità passando per l’immigrazione fino alle regole sulle banche, le decisioni della Ue sono uno dei principali bersagli del premier.

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