“Morire di Ztl”, serrata, commercianti e cittadini in strada a Palermo

25 ottobre 2016

Ballarò, Vucciria, Capo. Niente folklore, ma da tempo solo rabbia e malessere nel cuore antico di Palermo. Esplosi stamane. Migliaia di commercianti, piccoli e piccolissimi soprattutto, cinquemila dicono alcuni degli organizzatori, hanno deciso la clamorosa serrata contro la zona a traffico limitato scattata il 10 ottobre, occupando il centro, invadendo i bar e anche i negozi delle grandi catene per chiedere anche la loro partecipazione alla mobilitazione. Divelti numerosi cartelli della Ztl. I manifestanti denunciano il crollo degli affari. “Ballarò si ribella”, si legge su uno striscione. “Morire di Ztl”, “No alla Ztl”, Palermo non e’ in vendita”. E del resto nella città storica non si vende più, urlano di rabbia i titolari dei negozi, delle botteghe e anche delle bancarelle, piccoli polmoni di un’economia con pochissimo ossigeno, adesso ancora piu’ asfittica. Crisi nella crisi, prodotta, gridano gli slogan, dalla Giunta Orlando. Cosi’, in strada non ci sono solo i commercianti, ma anche le famiglie e i residenti, oltre a un folto gruppo di studenti universitari. E appare spettrale oggi quella porzione urbana che ogni giorno dispensa colori e chiasso ai palermitani e ai turisti. Vetrine serrate e luci spente, infatti, tra Sant’Agostino, Olivella e Vucciria. Si è ritrovato a partire dalle 8, in piazza San Domenico, e in pochi minuti questo popolo ha deciso di muoversi in corteo spontaneo verso piazza Croci, per dirigersi in piazza Pretoria, che le statue immacolate e nude hanno da decenni consentito di ribattezzare con simbolica efficacia ‘Piazza della Vergogna’. E’ li’ che sorge Palazzo delle Aquile, il Municipio. Lungo il tragitto blocchi stradali in via Roma e via Cavour. “Palermo non si vende. Residenti e commercianti del centro storico”, dunque: e qui il riferimento “e’ alla vendita, o per meglio alla svendita”, spiegano, del centro storico operata dalle diverse amministrazioni comunali che nel tempo si sono susseguite e dal conseguente spopolamento. In questo quadro la misura delle Ztl rappresenta “il culmine di questo processo che rende sempre piu’ invivibile la citta’ e la sottrae ai suoi residenti e abitanti originari”. “Vogliamo continuare a vivere e lavorare nel centro, il provvedimento delle Ztl invece di garantire una maggiore vivibilita’ del centro storico lo toglie a chi ci e’ nato, ci vive e ci lavora”, dicono alcuni commercianti. Con la scusa del miglioramento del volto della citta’ e della qualita’ della vita, denunciano, “si sono venduti i nostri quartieri a grandi imprese e le Ztl sono solo un modo per fare cassa”.

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