Paolo Cirino Pomicino: “Con Maradona Napoli è rinata”

Paolo Cirino Pomicino: “Con Maradona Napoli è rinata”
Paolo Cirino Pomicino
26 novembre 2020

Napoletano verace, e come per i suoi concittadini, Diego Armando Maradona “è stato un unicum indimenticabile”. Paolo Cirino Pomicino ce lo dice con convinzione. L’ex braccio destro di Giulio Andreotti ed ex ministro nei mitici Anni Ottanta, lo scorso 3 settembre ha compiuto 81 anni e a oggi è uno dei più acuti analisti politici.

Onorevole Pomicino, come ha accolto l’inaspettata morte di Maradona.

“Maradona per Napoli e per il calcio internazionale è stato un unicum non ripetibile. In particolare non ripetibile per la città di Napoli che in lui s’è identificata. E s’è identificata a tal punto che quando s’è svolta la finale Italia- Argentina, i tifosi napoletani ebbero l’esigenza di scrivere su uno striscione ‘Caro Diego, ci dispiace ma noi siamo italiani”. Come dire, ci scusiamo per non poter fare il tifo per te, a testimonianza del loro affetto”.

Ricorda qualche episodio in occasione del primo scudetto del Napoli?

“Ricordo un’altra scritta che venne fuori dal cimitero di Poggioreale che a caratteri cubitali suonava così: ‘Ragazzi che vi siete persi!’ Il riferimento era ai defunti che non avevano assistito al trionfo del Napoli. Ma poi, dopo qualche giorno, sempre sullo stesso striscione, in risposta, spuntava una seconda frase, scritta con vernice rossa che così recitava: ‘Ma a voi chi l’ha detto che ci siamo persi la vittoria?!’. A testimonianza che l’evento andava oltre il ‘reale’, coinvolgendo la vita e la morte. Ricordo che Napoli è la sola grande città italiana ad avere una sola squadra in serie A. Il che vuol dire che qui il tifo unisce e non divide, fatto che, tra l’altro, ha contribuito a rendere immensa la passione dei napoletani per questo grande calciatore”.

Possiamo dire che l’arrivo di Maradona a Napoli ha risvegliato non soltanto il tifo per la squadra ma anche una città dal punto di vista socio-economico?

“Decisamente sì. In quanto è coinciso proprio nel periodo in cui Napoli cresceva in termini occupazionali, infrastrutturali; erano infatti gli anni in cui iniziava la realizzazione della metropolitana. In sostanza, per Napoli era una sorta di rinascita”.

Come può un non napoletano immortalarsi così nei cuori dei partenopei.

“Non dimentichiamo che Maradona è anche argentino, quindi ha molti lati caratteriali tipici del napoletano. Non a caso quando era a Barcellona, sognava di venire a Napoli”.

Sarà coincidenza, ma da quando Maradona ha lasciato Napoli, la città ha iniziato a imboccare una sorta di tunnel.

“La verità è che con l’uscita di scena di Maradona è uscita anche la politica dalla città di Napoli… e i risultati si vedono”.

Genio e sregolatezza…

“La sua grandezza è stata speculare rispetto alla sua decadenza psicologica, fisica. Ma anche etica per quello che è accaduto: ricordiamo la droga, il riconoscimento di un figlio, l’evasione fiscale. Una serie di grandi questioni che intaccarono successivamente il profilo di Maradona ma non al punto tale da staccarlo dal cuore dei napoletani. La genialità si accompagna spesso con la sregolatezza, ed è purtroppo un connubio tragico”.

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