Stop estivo per il Parlamento, ma a settembre si riaccende lo scontro su Almasri e carriere
Con le audizioni di ieri in commissione Cultura alla Camera sul ddl Valditara relativo al consenso informato, si è ufficialmente chiusa la fase estiva dell’attività parlamentare a Montecitorio. L’ultima giornata di lavori si è trasformata in una vera e propria corsa contro il tempo: in un solo giorno l’aula ha approvato quattro provvedimenti chiave — il decreto economia, il decreto sport, la delega allo spettacolo e il ddl sui consiglieri regionali — continuando nel mentre il question time senza sosta. Una chiusura col botto che ha permesso ai deputati di anticipare la partenza per le vacanze.
Anche Palazzo Madama ha detto addio ai lavori già da martedì, con la conclusione della delega fiscale, aprendo così il sipario su una pausa estiva più lunga di un mese, con il rientro previsto per la Camera il 9 settembre e per il Senato il 10. Tuttavia, nonostante il clima di apparente quiete, le prossime settimane promettono tensioni e dossier scottanti.
I dossier caldi dell’autunno
La ripresa parlamentare sarà dominata dalla delicata partita della Giunta per le Autorizzazioni della Camera, chiamata a pronunciarsi entro fine settembre sulla richiesta di autorizzazione a procedere per l’indagine Almasri. Tra gli indagati figurano due ministri – Carlo Nordio e Matteo Piantedosi – e il sottosegretario Alfredo Mantovano, accusati di omissione di atti d’ufficio, favoreggiamento e peculato. Una vicenda destinata a scuotere i palazzi del potere con un voto in aula previsto entro ottobre.
In parallelo, la terza lettura della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati si preannuncia un terreno di scontro acceso. La premier Giorgia Meloni ha riferito di un “disegno politico” dietro alla resistenza delle toghe, dichiarando di essersi preparata a “eventuali conseguenze”. Le sue parole hanno innescato ulteriori tensioni, anticipando un autunno di fuoco nel confronto tra esecutivo e magistratura.
I decreti strategici e la riforma della legge elettorale
Alla ripresa, le conferenze dei capigruppo dovranno occuparsi di tre decreti approvati dal Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva: il decreto sul commissariamento dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas), il decreto Terra dei Fuochi e il decreto giustizia. Questi provvedimenti rappresentano le priorità del governo in settori cruciali quali la sanità, l’ambiente e il sistema giudiziario.
Settembre vedrà anche l’approdo in Senato di una legge sul fine vita, sollecitata ripetutamente dalla Corte Costituzionale. L’iter appena avviato nelle commissioni Giustizia e Affari Sociali sarà cruciale per definire una normativa su un tema etico e sociale di grande impatto.
Ancora più discussa sarà la revisione della legge elettorale per i comuni sopra i 15 mila abitanti: è attesa in aula a ottobre la proposta di abrogare voto disgiunto e ballottaggi se un candidato raggiunge il 40%. Una modifica fortemente voluta dal centrodestra, sebbene con divergenze interne da risolvere soprattutto riguardo al sistema elettorale per le politiche nazionali. Sul tavolo, infatti, c’è anche il destino del Rosatellum e la possibile revisione del premierato — la “madre di tutte le riforme” — con riflessi diretti sul futuro del governo.
Le altre partite parlamentari
Non meno accese saranno le battaglie previste al Senato, dove le commissioni saranno chiamate a discutere la riforma della Rai e il ddl sulla caccia, provvedimenti destinati a incontrare una forte opposizione. Sempre al Senato si attende un confronto sulla richiesta avanzata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè di sollevare un conflitto di attribuzioni contro la Procura che la accusa per truffa all’Inps durante il periodo Covid.
Sul versante Camera, invece, la prima commissione si appresta ad avviare il percorso del ddl sui poteri di Roma Capitale, una riforma che potrebbe ridefinire l’autonomia della città e incidere profondamente sugli equilibri istituzionali del Paese.
Il quadro economico e istituzionale
Entro il 20 ottobre il governo dovrà consegnare alla Commissione Europea il Documento Programmatico di Bilancio (DPB), un passaggio fondamentale per gli obiettivi macroeconomici dell’Italia. Tra le priorità ci sarà la costruzione di una strategia credibile e sostenibile per contenere il debito pubblico, stimolare la crescita e tenere sotto controllo la spesa pubblica, in una congiuntura economica internazionale ancora incerta.
Un autunno di scelte decisive e di riflessioni aperte
Dal consenso informato al fine vita, passando per la riforma della magistratura e la legge elettorale, fino al bilancio e alle questioni ambientali, la stagione che si apre a settembre si preannuncia come una tappa decisiva per tracciare il futuro politico e istituzionale dell’Italia.
Tra strategie governative, opposizioni pronte al confronto e istituzioni chiamate a decidere su temi di forte impatto sociale e politico, il Parlamento sarà al centro di un dibattito in cui il Paese intero sarà chiamato a misurare verità, responsabilità e visione. Un appuntamento che, più di altri, lascerà spazio a riflessioni complesse e a possibili scossoni duraturi.
