Gaza, Netanyahu ordina raid “immediati e potenti”: si spezza la tregua solo dopo 10 giorni

Almeno cinque vittime nei bombardamenti su Rafah e Gaza City. Israele sposta la linea gialla per riconquistare territorio.

Benjamin Netanyahu

Benjamin Netanyahu

La tregua che aveva portato un fragile silenzio sulla Striscia di Gaza si è infranta. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito di sferrare attacchi “immediati e potenti” contro l’enclave palestinese, ponendo fine a oltre dieci giorni di cessate il fuoco. La decisione è arrivata al termine di consultazioni sulla sicurezza, durante le quali Netanyahu ha impartito istruzioni precise ai vertici militari per riprendere le operazioni offensive.

Gli attacchi si sono abbattuti su Rafah, Gaza City e sui campi profughi di Deir al Balah e Shati, con almeno cinque vittime confermate dalla protezione civile locale. Secondo i media israeliani, Tel Aviv ha inoltre deciso di spostare la “linea gialla” – il confine oltre il quale l’esercito si era ritirato in base agli accordi di Sharm el Sheikh – per riconquistare una porzione maggiore del territorio della Striscia.

La rottura dell’accordo è stata innescata da una controversia sui resti degli ostaggi. Netanyahu ha denunciato che Hamas avrebbe violato il cessate il fuoco consegnando lunedì sera una bara contenente resti che non appartenevano a nessuno dei 13 ostaggi ancora dispersi nell’enclave. Secondo il Times of Israel, l’identificazione forense presso l’istituto Abu Kabir di Tel Aviv ha rivelato che si trattava di resti di un ostaggio il cui corpo era già stato restituito e sepolto nelle scorse settimane.

Hamas rinvia la consegna, accuse reciproche di violazione

Il gruppo palestinese ha risposto alla ripresa dei bombardamenti annunciando il rinvio della consegna di una salma prevista per la serata di martedì. “Rimandiamo la restituzione di un ostaggio a causa delle violazioni di Israele dell’accordo di Sharm el Sheikh”, ha dichiarato il braccio armato di Hamas, le Brigate al-Qassam. Il movimento ha avvertito che ogni “escalation” israeliana “ostacolerà la ricerca e il recupero dei corpi”.

I riservisti dell’Idf hanno accusato Hamas di aver inscenato il ritrovamento del corpo consegnato lunedì. Secondo testimonianze riprese dai media israeliani, i miliziani avrebbero effettuato scavi nella zona, estratto un corpo da un edificio vicino e posizionato nella buca, per poi ricoprirlo di terra e chiamare la Croce Rossa per assistere allo “scavo”. L’intera operazione sarebbe stata filmata da un drone militare israeliano.

Almeno tre raid aerei hanno colpito Gaza City, secondo la difesa civile palestinese. Al Jazeera, citando testimoni oculari, riferisce che un missile è caduto dietro l’ospedale al-Shifa, vicino a uno degli edifici principali recentemente ristrutturato e rimesso in servizio. L’attacco ha scatenato caos e panico tra pazienti e personale medico. Sui cieli della città si registra un’intensa attività di droni e aerei da combattimento israeliani.

Scontri a Rafah, feriti due bambini in Cisgiordania

A Rafah, nel sud della Striscia, si sono verificati scontri a fuoco tra miliziani di Hamas e soldati dell’Idf. Secondo il quotidiano Haaretz, i palestinesi avrebbero aperto il fuoco con cecchini e missili anticarro, mentre l’esercito israeliano ha risposto con l’artiglieria. La settimana scorsa, due soldati israeliani erano stati uccisi nella stessa zona in un attacco che l’Idf ha attribuito ad Hamas, ma il gruppo ha negato ogni responsabilità.

In Cisgiordania, due bambini palestinesi sono stati feriti dalle forze israeliane nel villaggio di Al-Mughayyir, a nord-est di Ramallah. L’agenzia Wafa, citando fonti locali, riporta che le truppe hanno aperto il fuoco contro un gruppo di minori nella zona di Aqaba, colpendo un bambino all’addome e un altro agli arti. Le stesse fonti riferiscono di un’irruzione israeliana in una casa del villaggio con l’arresto di quattro giovani.

Nonostante l’escalation, il vicepresidente americano JD Vance ha dichiarato a Bloomberg che “il cessate il fuoco sta tenendo” e che la pace in Medio Oriente “resisterà nonostante le scaramucce”. Una valutazione che appare in contrasto con la drammatica realtà sul terreno, dove i bombardamenti hanno ripreso a seminare morte e distruzione dopo dieci giorni di fragile tregua.