Non c’è né governo, né parlamento

17 aprile 2014

E’ stata una brutta pagina per la politica siciliana, quella di pomeriggio a Sala d’Ercole. Doveva essere la giornata della ‘svolta’, del cambiamento, dopo aver assistito per mesi alla telenovela della nascita del nuovo governo della Sicilia. Doveva essere l’occasione, per la politica, per ripartire con uno spirito di squadra, dimostrando ai siciliani di essere in grado di recuperare il tempo perduto. Doveva essere tutto questo e altro ancora. Ma così non è andata, nonostante la particolare seduta d’Aula dedicata alla presentazione del nuovo governo Crocetta al parlamento, quindi a tutti i siciliani. S’è visto un triste scenario, Aula e spesso anche i banchi del governo semivuoti. Non sarà stata una bella atmosfera per i sei nuovi assessori che per la prima volta hanno varcato le soglie del parlamento più antico d’Europa. Vuoti gli scranni del centrodestra che ha deciso di disertare l’Aula.

Ha esordito il governatore Rosario Crocetta: “L’esigenza della ricomposizione degli assetti di Giunta era stata manifestata dai partiti politici, non era nata neppure come crisi dell’Aula, considerato che era appena stata approvata con una maggioranza schiacciante la legge sull’istituzione dei liberi consorzi…”. E a più riprese ha scandito che “dopo le elezioni europee, ragioniamo tutti insieme”. Alla fine del suo intervento, nessuna reazione da parte degli sparuti gruppetti di deputati. Nessun applauso, e tenuto conto che l’opposizione era assente, è quanto dire. Gli unici applausi sono arrivati dai banchi stessi del governo. A seguire, i vari interventi dei gruppi parlamentari, con Crocetta e qualche neo assessore spesso assenti dall’Aula. “E’ finito il tempo delle chiacchiere. La Sicilia e’ alla disperazione”, è stata la musica di Toto Cordaro, Bernardette Grasso e Roberto Clemente del gruppo Pid Cantiere popolare-Grande Sud. Il presidente della Regione verifichi la sussistenza di una maggioranza – continuano – lui che non ne ha mai avuta una e risponda al malessere sociale. In caso contrario si dimetta e ci porti al voto”.

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In casa Udc, quattro onorevoli centristi su otto sono pronti a dare battaglia, compresi il capogruppo Lillo Firetto e il presidente della commissione Bilancio Nino Dina. Eloquente dal pulpito il deputato, Orazio Ragusa: “Io rappresento mezzo Udc…”. Implacabile, invece, il deputato Pd, Antonello Cracolici, che rivolgendosi a Crocetta ha tuonato: “Oggi ha una base ancora piu’ risicata del primo governo, altro che nuovo patto, ci aspetta una fase di logorio e di fallimento”. Fuori dall’Aula anche il Mpa. Per Roberto Di Mauro, “sapevamo che avremmo assistito a una litania”. Gruppo M5S: “Non siamo da Giletti, presidente Crocetta, non faremo ma patti con lei”. Poi anche i grillini escono da Sala d’Ercole. L’unica nota positiva arriva in tarda serata dalla commissione Bilancio, riunitasi subito dopo la seduta parlamentare. Approvato il cosiddetto ddl pagamenti che sarà incardinato in Aula.

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