Allarme Poletti, manca 1 mld per la Cig

30 giugno 2014

Nuova emergenza cassa integrazione: manca all’appello un miliardo di euro per rifinanziare quella in deroga. Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in un’intervista a “Repubblica” esclude che ci sia all’orizzonte una manovra correttiva: “Renzi e Padoan hanno detto che non sono previsti nuovi interventi per il 2014. Per me è risolutivo”. Entro l’anno il governo dovrà quindi trovare un miliardo per la cassa in deroga. “Possiamo farlo anche con la legge di Stabilità”, spiega. E sull’ipotesi di ridurre il sostegno al reddito da 12 a otto mesi, Poletti afferma che non è stato ancora deciso nulla.

“È la legge Fornero che prevede dal 2014 l’uscita graduale dalla cassa integrazione e dalla mobilità in deroga. Per questo il precedente governo aveva predisposto un decreto per la modifica dei criteri per l’accesso alla cassa e alla mobilità in deroga e ridotto di un miliardo le coperture finanziarie. Non credo che oggi ci siano le condizioni tecniche – osserva – per smontare o cambiare radicalmente quel provvedimento. E c’è anche un problema di risorse: nel 2014 abbiamo dovuto utilizzare quelle stanziate per finanziare la cassa in deroga del 2013 che altrimenti sarebbe stata scoperta e ora dobbiamo trovare le coperture per il 2014. Comunque non è stato approvato ancora alcun decreto, dobbiamo ancora decidere. Voglio anche far notare che la cassa in deroga è finanziata da tutti i cittadini, sono le tasse che finanziano la cassa integrazione in deroga, non le imprese. Ed è bene non chiudere gli occhi davanti al fatto che nel ricorso alla cassa in deroga ci sono stati evidenti eccessi”.

Il ministro del Lavoro aggiunge poi che non c’è all’ordine del giorno un ritocco dell’articolo 18 che tutela dai licenziamenti senza giusta causa: “La legge delega non prevede interventi sull’articolo 18”. E sulle ipotesi che si possa superare lo Statuto, Poletti risponde: “Non credo che superamento sia il termine giusto perché lascia intendere una volontà negativa, noi cercheremo un punto più avanzato di equilibrio”. L’età pensionabile, conclude, “resterà quella della riforma Fornero. Ci potranno essere flessibilità ma non legate all’età. Per esempio per una persona a cui manca un anno alla pensione e perde il lavoro bisognerà studiare una forma di sostegno al reddito per quell’anno”.

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