Arrestato scafista ganese accusato di violenze su migranti. Una vittima: “Collegava elettrodi alla mia lingua”

Arrestato scafista ganese accusato di violenze su migranti. Una vittima: “Collegava elettrodi alla mia lingua”
18 marzo 2017

Associazione a delinquere finalizzata alla tratta, al sequestro di persona, alla violenza sessuale, all`omicidio aggravato e al favoreggiamento dell`immigrazione clandestina. Con queste accuse la Polizia di Stato di Agrigento ha arrestato un ventenne cittadino ghanese, sbarcato a Lampedusa il 5 marzo scorso e nei giorni scorsi, sottratto a un tentativo di linciaggio da parte di alcuni migranti che lo avevano riconosciuto come uno dei responsabili di torture, sevizie e stupri perpetrati in Libia all`interno di una ‘safe house’ dove i migranti venivano privati della libertà personale prima di intraprendere la traversata in mare per le coste italiane.

Dal racconto dei migranti, ascoltati dai poliziotti della Squadra Mobile agrigentina, è emerso che gli stessi venivano sottoposti a torture, anche in diretta telefonica con i propri parenti, ai quali veniva richiesto il pagamento di un riscatto per porre fine alle sofferenze dei loro cari. “Ogni volta che dovevo telefonare a casa, lui mi legava e mi faceva sdraiare per terra con i piedi in sospensione e, così immobilizzato, mi colpiva ripetutamente e violentemente con un tubo di gomma in tutte le parti del corpo e in special modo nelle piante dei piedi, tanto da rendermi quasi impossibile la deambulazione”. “Spesso collegava degli elettrodi alla mia lingua per farmi scaricare addosso la corrente elettrica”. “Porto ancora addosso i segni delle violenze fisiche subite, in particolare delle ustioni dovute a dell`acqua bollente che mi veniva versata addosso”. Queste sono solo alcune delle atroci esperienze raccontate dai migranti. Per alcuni dei reati, consumati interamente all`estero, si è potuto procedere sulla base della richiesta del ministro della Giustizia.

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