Arriva il part time prima della pensione, Poletti firma il decreto

Arriva il part time prima della pensione, Poletti firma il decreto
14 aprile 2016

di Laura Della Pasqua

Part time per chi è a ridosso della pensione. In attesa delle nuove norme sulla flessibilità in uscita che modificheranno la riforma Fornero, il ministro del lavoro Poletti ha firmato il decreto che dà attuazione al provvedimento contenuto nella legge di Stabilità sul part time agevolato. Il provvedimento interessa i lavoratori del settore privato con almeno 20 anni di contributi a quali mancano tre anni alla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè entro il 31 dicembre 2018. Costoro potranno potranno concordare col datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario tra il 40 ed il 60% e relativo taglio della retribuzione. La pensione però non subirà alcuna decurtazione. Il lavoratore riceverà ogni mese in busta paga, in aggiunta alla retribuzione per il part-time, una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l’orario non lavorato. Inoltre, per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconosce al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alla maturazione dell’età pensionabile il lavoratore percepirà l’intero importo della pensione, senza alcuna penalizzazione. Il decreto è stato trasmesso martedì alla Corte dei Conti e diventerà operativo dopo la registrazione. Ecco cosa deve are chi è in possesso dei requisiti di cui abbiamo detto. Bisogna richiedere all’Inps (per via telematica se è in possesso del pin, o rivolgendosi ad un patronato oppure recandosi presso uno sportello dell’Istituto) la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018.

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Dopo il rilascio della certificazione da parte dell’Inps, il lavoratore ed il datore stipulano un contratto di lavoro a tempo parziale agevolato nel quale viene indicata la misura della riduzione di orario. La durata del contratto è pari al periodo che intercorre tra la data di accesso al beneficio e la data di maturazione, da parte del lavoratore, dell’età per il diritto alla pensione di vecchiaia. Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio, in cinque giorni, del nulla osta da parte della Direzione territoriale del lavoro e, da ultimo, il rilascio in cinque giorni dell’autorizzazione conclusiva da parte dell’Inps. La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, viene riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018. Il decreto chiarisce, inoltre, che la somma erogata mensilmente dal datore di lavoro, di importo corrispondente ai contributi previdenziali sull’orario non lavorato, è onnicomprensiva, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente e non è assoggettata ad alcuna forma di contribuzione previdenziale, inclusa quella relativa all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. I sindacati chiedono che ora il governo si decida ad affrontare il tema della flessibilità in uscita, rinviato più volte. Il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, ha detto che i tecnici sarebbero alla stretta finale ma non si è sbilanciato sulla formula più accreditata nè sui tempi. “Di certo non scaricheremo i costi sulle generazioni future. C’è l’impegno del governo per intervenire in modo complementare al provvedimento sul part-time, e questo è l’anno in cui farlo”.

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