Assedio a Maduro, Roma si allinea all’Europa

Assedio a Maduro, Roma si allinea all’Europa
Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro
30 gennaio 2019

La diplomazia non riesce a fermare l’escalation in Venezuela, che vede da un lato l’avvio della grande mobilitazione preannunciata da Juan Guaido’ e dall’altro Nicolas Maduro rifiutare l’ “ultimatum” dell’Ue e invocare le armi contro un eventuale intervento militare. Il successore di Hugo Chavez si e’ detto pronto a organizzare elezioni legislative (praticamente una ‘non apertura’ considerato che il Parlamento e’ gia’ in mano all’opposizione), ma di fatto ha respinto l’ultimatum dei leader europei che gli avevano chiesto di convocare presidenziali anticipate in otto giorni, scaduti i quali riconosceranno il suo rivale.

“Non accettiamo gli ultimatum di nessuno nel mondo, non accettiamo ricatti. Le elezioni presidenziali ci sono state, con il loro risultato, e se gli imperialisti vogliono nuove elezioni, devono aspettare il 2025″, ha detto Maduro, rilanciando l’offerta di dialogo con l’opposizione “sulla pace e il futuro del Paese”. Per la Francia, questa e’ una “non risposta” e ora si guarda alla riunione dei ministri egli Esteri dell’Ue. “Ci riuniremo domani a Bucarest per parlarne e decidere i prossimi passi”, ha affermato il titolare del Quai d’Orsay, Jean-Yves Le Drian. I capi delle diplomazie dell’Ue faranno il punto della situazione durante la riunione informale (Gymnich), nelle stesse ore in cui il Parlamento europeo votera’ per riconoscere la presidenza di Guaido’. L’Italia si riconosce “pienamente” nella posizione dell’Ue e per il Venezuela punta ad “elezioni presidenziali libere, trasparenti, riconoscibili pienamente dalla comunita’ internazionale”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, dopo i tentennamenti degli ultimi giorni a causa delle diverse sensibilita’ nella maggioranza.

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Il capo della diplomazia ha illustrato di fronte al Senato la posizione del governo sulla crisi, sottolineando, tra l’altro, che la Farnesina segue attentamente il caso dell’attivista italiana, Laura Beatriz Gallo, arrestata il 23 gennaio scorso nelle proteste contro il presidente Nicolas Maduro. “Il giudice aveva disposto la liberta’ condizionata, ma c’e’ stata opposizione da parte della pubblica accusa e quindi si deve pronunciare il giudice di appello”, ha spiegato. Gli Stati Uniti, nemici da sempre del chavismo, continuano a lavorare il regime di Caracas ai fianchi, tentando di far saltare i nervi al presidente eletto. Donald Trump ha ribadito “sostegno” a Guaido’ nel corso di una telefonata; Maduro ha reagito, rivolgendosi al “popolo” degli Stati Uniti: “Non permettete che il Venezuela diventi un nuovo Vietnam”, ha detto, mentre il suo ministro della Difesa ha dichiarato che l’esercito e’ “pronto a difendere il Paese e il capo dello stato”. Oggi nuove proteste a Caracas, migliaia di persone i strada e di fronte ai posti di lavoro per due ore: solo un assaggio delle manifestazioni convocate per sabato.

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