Avanti adagio, Berlusconi in campo per il NO. Il Cav archivia Alfano e apre cantiere legge elettorale

Avanti adagio, Berlusconi in campo per il NO. Il Cav archivia Alfano e apre cantiere legge elettorale
4 novembre 2016

Il vertice di FI a palazzo Grazioli di ieri pomeriggio si e’ concluso con l’intervento di Gianni Letta. Parole che qualche dirigente azzurro considera inusuali perche’ l’ex sottosegretario non si era mai spinto a tanto. Dobbiamo dire fortemente no, se Renzi vince – questo il suo ragionamento – prende tutto, soltanto fermando le riforme del governo si rientra in gioco. Un modo, quindi, per sgombrare il campo da tante voci e spifferi di palazzo. Sulla stessa lunghezza di Berlusconi che, secondo quanto riferiscono i suoi, non vuol sentir parlare di trattative ne’ di rinvii o di dialogo con Alfano: “Mi preparo ad una serie di interviste, niente talk show, ma confronto con tutti i conduttori, da Vespa a Mentana e Santoro”, ha sottolineato il Cavaliere. Con una postilla: in tutte queste elezioni – ha argomentato l’ex premier – sono stato in prima linea e sapete quanti processi giudiziari ho dovuto subire… Come dire, non e’ possibile esporsi piu’ di tanto, necessario quindi un passo avanti e uno indietro. Fermo restando che, anche subito dopo i sondaggi della Ghisleri, l’obiettivo e’ quello di percorrere l’ultimo miglio della campagna elettorale per stoppare il ddl Boschi. Niente duello televisivo con Renzi, il Cavaliere e’ tentato ma i suoi lo hanno sconsigliato. Difficile affrontare il premier sul ring della riforma Costituzionale, visto che Renzi l’ha seguita passo passo e punta ad accostare Berlusconi a De Mita e Zagrebelski. Ma dopo il 4 dicembre cosa succedera’? I dirigenti azzurri si sono interrogati su questo punto, aprendo di fatto il cantiere della legge elettorale. Con lo scopo di non farsi trovare impreparati qualora – ed e’ questa la convinzione – dovessero prevalere i no alla riforma. Il Cavaliere, riferiscono fonti di FI, ha rispolverato il proporzionale per non lasciare il Paese in mano ai grillini, consapevole anche che non e’ facile trovare accordi solo con Salvini.

Ma la direttiva e’ quella di trovare in ogni caso un’intesa con gli alleati del centrodestra, dal Carroccio a Fratelli d’Italia. Nessun partito di centro, nessun governo di scopo, ma la necessita’ di ragionare su come giocare la partita, soprattutto se Renzi dovesse trovarsi in difficolta’. C’e’ chi ha parlato del sistema tedesco, altri, invece, hanno avanzato altri modelli, ma – per dirla con le parole di Brunetta e Romani – al momento non e’ in agenda la modifica dell’Italicum (anche se il punto di partenza sara’ l’eliminazione del ballottaggio), ma solo la battaglia sul referendum. Ecco perche’ l’ex premier, premettendo che il momento e’ di grave incertezza, ha intenzione di occupare in prima persona gli spazi tv assegnati. E di inviare – secondo quanto ha riferito ai maggiorenti di FI – sulle reti locali qualche volto giovane che sta valutando insieme al responsabile della formazione del partito, Cattaneo negli incontri a villa Gernetto (il prossimo ci sara’ proprio oggi). Nessuna rivoluzione, invece, per quanto riguarda lo schema del partito. Bene Parisi ma solo se intende aggregare e non distruggere la classe dirigente: questa la lamentela dei ‘big’ – a partire da Brunetta e Matteoli – arrivata in via del Plebiscito. Non ho intenzione di rottamare nessuno, la conferma del Cavaliere. Conferma per qualcuno ha giudicato rassicurante, tanto che dall’incontro molti azzurri sono usciti con la convinzione che quella di ‘Mr Chili’ e’ una parentesi chiusa. Ma comunque non e’ emersa alcuna novita’ sui futuri assetti, chi vuole le primarie non ha ottenuto alcun via libera. E sui rapporti con la Lega c’e’ chi intende stringere da subito un patto con Salvini, soprattutto Toti che il 12 sara’ presente alla manifestazione del Carroccio contro Renzi. Qualche novita’ nel breve tempo potrebbe giungere dalla Corte di Strasburgo sull’agibilita’ politica del Cavaliere, ma in FI su questo versante non c’e’ molto ottimismo.

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Durante la riunione a palazzo Grazioli con i coordinatori Berlusconi si e’ soffermato nuovamente sul tema referendum. Renzi – ha spiegato l’ex premier secondo quanto viene riferito – mi manda degli emissari, dei messaggi sulla legge elettorale, ma al momento noi puntiamo solo sul no il 4 dicembre. Il Cavaliere non si e’ soffermato piu’ di tanto sul tema, ha riferito appunto solo di messaggi arrivati a Forza Italia e non al Movimento 5 stelle e alla Lega. Per far capire che soprattutto se dovessero prevalere i no alla riforma potrebbe essere il partito azzurro l’interlocutore al tavolo delle modifiche all’Italicum. Nessuna proposta quindi ancora sul tavolo, il piano di FI arrivera’ solo il 5 dicembre, ha chiarito il capogruppo azzurro Brunetta, ma l’ex presidente del Consiglio ai coordinatori azzurri ha ribadito che dopo la consultazione si aprira’ una fase nuova. E Forza Italia giochera’ la sua partita proprio sulla legge elettorale. Non solo politica a Palazzo Grazioli, sul tavolo, infatti, la nota dolente delle casse in rosso del partito. E così la riunione con i coordinatori azzurri e’ servita anche a fare il punto sui mancati introiti. I parlamentari devono versare mensilmente 880 euro, circa 500 i consiglieri, ma le casse continuano a restare vuote.

Ecco perche’ in via del Plebiscito era presente anche l’amministratore Alfredo Messina. Il fedelissimo del Cavaliere ha sottolineato come al momento paghi solo il 20% dei dirigenti del partito. Ecco perche’ l’ex presidente del Consiglio l’anno scorso ha dovuto sborsare cento milioni per ripianare i buchi di FI e quest’anno altri 5 milioni. Ma oltre non puo’: per questo motivo – e’ stato il ragionamento anche dell’ex premier – occorre un impegno da parte di tutti, non si puo’ andare avanti cosi’. Durante la riunione si e’ parlato di provvedimenti da prendere per gli ‘inadempienti’: niente incarichi per chi non versa le quote, candidature solo per chi e’ in regola, fuori dalle liste per chi non lo e’. “Ci sono parlamentari – sottolinea uno dei coordinatori regionali azzurri – che non hanno pagato neanche la tessera del partito”. Del resto la questione fondi era affiorata anche nell’incontro tra Berlusconi e i ‘big’ di FI. Il Cavaliere si e’ lamentato per i no ricevuti: io sto cercando finanziatori ma serve una svolta, e’ stato il ragionamento. “Il problema – ha osservato qualche ‘big’ e’ che finora i soldi sono arrivati sempre da una stessa persona, difficile convincere gli altri che e’ ora di finirla”. Pochi sono gli stanziamenti per la campagna elettorale per il referendum: ci saranno le 500 che gireranno per l’Italia a propagandare il no e poco altro. Nella riunione dei coordinatori si e’ deciso inoltre che una parte degli incassi (circa il 40%) provenienti dalle somme che dovranno versare sindaci e consiglieri regionali sara’ destinata alle sedi regionali di FI.

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