Basta, con noi hai chiuso: icona Rai, fatta fuori dalla TV di Stato dopo 32 anni I “Programma cancellato”
Rai (Raiplay) IlFogliettone
Ancora stravolgimenti nella tv pubblica probabilmente a causa di piccole ripicche politiche. Che cosa succede.
La Rai, in quanto servizio pubblico, è da sempre oggetto di forti pressioni e condizionamenti da parte della politica. Questo avviene principalmente attraverso il meccanismo delle nomine ai vertici aziendali e delle testate giornalistiche. Il Consiglio di Amministrazione della Rai è composto da sette membri: quattro vengono eletti dal Parlamento, due sono designati dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e uno è scelto dall’assemblea dei dipendenti Rai.
Questa ripartizione, che vede una netta prevalenza di nomine di origine politica, rende la Rai intrinsecamente legata agli equilibri di potere del governo in carica. Il partito o la coalizione che detiene la maggioranza parlamentare ha di fatto la possibilità di influenzare in modo determinante la scelta del Presidente, dell’Amministratore Delegato e dei direttori di rete e di testata.
Questo stretto legame con la politica ha spesso portato a una “lottizzazione” delle poltrone, con conseguenze visibili sulla presenza in video di conduttori, giornalisti e opinionisti. A seconda del colore politico del governo, alcuni volti noti possono apparire o scomparire dai palinsesti, o essere spostati da un programma all’altro, in un gioco di equilibri che prescinde spesso dal merito professionale.
Esempi passati, come l’allontanamento di giornalisti in seguito a dichiarazioni o posizioni sgradite alla maggioranza, hanno spesso alimentato il dibattito sulla libertà di stampa e l’autonomia del servizio pubblico.
Tanti addii alla Rai
Negli ultimi tempi, la Rai ha visto l’addio di alcuni dei suoi volti più iconici, che per anni hanno rappresentato punti di riferimento per il pubblico. Tra i casi più eclatanti c’è Fabio Fazio, che dopo decenni di carriera e il successo di “Che Tempo Che Fa”, ha lasciato Viale Mazzini per approdare al Nove. Una mossa simile è stata fatta anche da Amadeus, conduttore di Sanremo e di programmi di punta, che ha scelto di passare alla stessa rete.
Questi passaggi, spesso motivati dal desiderio di maggiore libertà editoriale e dalla ricerca di nuovi stimoli, riflettono un periodo di cambiamenti significativi per la TV di Stato. Anche nel giornalismo, figure come Andrea Vianello, e più recentemente Michele Santoro, hanno avuto percorsi complessi con la Rai.
Polemiche per l’addio di Strabioli
Pino Strabioli si trova al centro di una controversia con la Rai, a seguito delle decisioni per la stagione autunnale 2025-2026. Nell’ambito di un piano di risparmio di circa 25 milioni di euro, l’azienda avrebbe cancellato diversi programmi, inclusa la sua trasmissione culturale domenicale “Il Caffè”, in onda su Rai 1 dal 2011.
Questa notizia ha scatenato un dibattito sui rischi di una tale “spending review” che colpisce la terza serata e il daytime. Strabioli, noto per la sua dedizione alla cultura e alla memoria, rischia dunque di vedere archiviata una delle sue trasmissioni più apprezzate. Questo “addio forzato” è stato interpretato come un esempio della riorganizzazione dei palinsesti Rai, che sembrerebbe penalizzare i contenuti culturali.