Il silenzio di Draghi, l’attesa dei mercati. Oggi i dati su inflazione eurozona

Il silenzio di Draghi, l’attesa dei mercati. Oggi i dati su inflazione eurozona
Mario Draghi
31 agosto 2016

bceLa Banca Centrale Europea modificherà, nella prossima riunione del comitato direttivo dell’8 settembre, la sua politica monetaria? Nel silenzio del presidente Mario Draghi, che da cinque settimane non ha svolto interventi pubblici disertando anche il simposio di Jackson Hole, l’attenzione di mercati si concentra sui dati sull’inflazione dell’Eurozona, ‘bussola’ per la politica dell’istituzione di Francoforte. In primo piano anche Bce, gli effetti, in parte già emersi, del referendum sull’uscita del Regno Unito dalla Ue. A parlare, dunque, saranno le cifre. Nell’ultima riunione del 21 luglio del consiglio direttivo Bce, Draghi aveva infatti anticipato che viste “le prevalenti incertezze” sulle prospettive economiche dell’area euro la Bce avrebbe monitorato “molto da vicino gli sviluppi” futuri. Verificando, in particolare, l’effettivo passaggio all’economia reale delle misure monetarie decise” e riesaminando la situazione si “anche con le nuove informazioni, tra cui le stime aggiornate dei tecnici Bce” su crescita e inflazione.

Proprio sull’inflazione saranno puntati oggi i riflettori, con la pubblicazione delle stime flash della Commissione sull’inflazione nell’Eurozona nel mese di agosto. Un dato che dovrà tener conto di due dati ‘pesanti’, usciti nella giornata odierna, come l’inflazione al consumo tedesca, stabile nel mese al +0,4%, e quella spagnola, in calo dello 0,3% su anno dal -0,7% registrato a luglio.  Gli economisti sondati da Bloomberg prevedono che l’inflazione ad agosto nell’Eurozona sia cresciuta dello 0,3% mensile rispetto al +0,2% di luglio. Il menu sul tavolo della prossima riunione Bce include, innanzitutto, una possibile estensione del programma di Quantitative Easing (QE) oltre la scadenza stabilita del marzo 2017. Al riguardo gli economisti di Ubs, in un’analisi appena pubblicata, stimano che, dati gli ultimi indicatori provenienti dall’Eurozona, contrastati ma in un certo senso più “resistenti” di quanto temuto dopo il voto Brexit, l’istituto guidato da Draghi potrebbe fino alla riunione del consiglio direttivo dell8 dicembre prima di prendere una decisione in tal senso.

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Quanto alle attese nuove previsioni Macro della Bce, va ricordato che in giugno la prospettiva di crescita per l’Eurozona era stata collocata all’1.6% per quest’anno e all’1,7% per il biennio successivo. Ubs, proprio alla luce del referendum Brexit prevede una revisione al ribasso all’1,5% quest’anno e all’1,3-1,4% per il 2017. Anche la previsione d’nflazione, ora collocata all’1,3% per il 2017 e all’1,6% per il 2018, potrebbe essere ritoccata al ribasso. Ma i mercati scommettono che prima del prolungamento del programma la Bce dovrà modificare i parametri del programma di acquisti per scongiurare un prosciugamento degli asset acquistabili, dato il programma attuale, che prevede acquisti per 80 miliardi di euro al mese. Potrebbe essere rimosso il floor minimo nei rendimenti (oggi fino a -0,40%), aumentata la soglia del 33% per singola emissione, riviste le quote di capitale, inserito l’acquisto di scadenze più lunghe rispetto ai 30 anni. Intervenire su questi parametri consentirebbe alla Bce di disporre di un mercato sufficiente di asset da acquistare. I dati dunque la faranno da padrone. Con la possibilità per la Banca di dare comunque segnali di aggiustamento: questa settimana sono infatti programmati interventi del capoeconomista Peter Praet, e dei membri del consiglio direttivo Francois Villeroy de Galhau ed Ewal Nowotny.

 

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