Bce spinge sul credito, Lagarde: non tollereremo frammentazione

Bce spinge sul credito, Lagarde: non tollereremo frammentazione
1 maggio 2020

Avanti così sugli acquisti di titoli: la Banca centrale europea ha confermato i programmi potenziati a seguito della deflagrazione dell`epidemia di Coronavirus. Ovvero 20 miliardi di euro al mese, più il nuovo programma “anti pandemico” Pepp che da solo vale 750 miliardi fino a fine anno. L`istituzione lascia aperta la porta a un suo allargamento, ma per ora non ha ritoccato la mole del piano. Ha invece deciso di spalancare ancora di più i rubinetti del credito bancario, facendo leva sui rifinanziamenti agevolati che aveva deciso di riattivare, i “Tltro”, rendendone ancor più conveniente e lucrativo l`utilizzo per le banche. E creando un nuova batterie di queste operazioni, sempre legata alla pandemia, che ha battezzato “Peltros” (che sta per Pandemic emergency longer-term refinancing operations).

Formalmente la Bce ha confermato i livelli dei tassi di interesse: zero sui rifinanziamenti principali, 0,25% sulle operazioni marginali e meno 0,50% e sui depositi delle banche presso la stessa istituzione. Ma di fatto, proprio tramite questi Tltro e Peltro ha operato un taglio di un quarto di punto sul costo del danaro. Perché accedendo ai primi, ad esempio, e impegnando i relativi fondi nell`economia reale, le banche dovranno “pagare” un tasso di interesse alla Bce negativo fino a un intero punto percentuale. Di fatto verranno retribuite per erogare credito all`economia. Sui mercati, tuttavia, si è assistito a una certa delusione, dato che forse prestando ascolto alle ipotesi di alcuni analisti si erano create aspettative sulla possibilità che già oggi il Pepp venisse ampliato (mentre non vi erano stati segnali da parte di esponenti della Bce che potessero alimentare simili ipotesi).

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E si era anche ipotizzato che, così come avvenuto sulle garanzie collaterali, che accetta dalle banche per conceder loro rifinanziamenti, l`istituzione aprisse ai titoli con rating speculativi (in gergo, titoli spazzatura) anche sui suoi piani di acquisti. Invece il tema non è stato discusso dal Consiglio direttivo, ha rilevato al termine della riunione Christine Lagarde. La presidente ha però ripetutamente messo le mani avanti, con ogni probabilità memore del disastroso passo falso dopo il direttorio del 12 marzo quando se ne uscì con una frase – “noi non siamo qui per chiudere gli spread” – che scatenò un putiferio e una reazione molto negativa sui Btp italiani, salvo poi correggersi rapidamente e ripetutamente. “Non tollereremo alcun rischio di frammentazione” tra Paesi dell’area euro, ha infatti affermato Lagarde, quando veniva incalzata dalle domande sull’utilizzo del nuovo programma di acquisti di titoli Pepp e sulle ipotesi di uso dello scudo antispread Omt sull`Italia. “Non accetteremo alcuna frammentazione della trasmissione della politica monetaria”.

In termini pratici, significa che quando ravvede un eccessivo ampliamento dei differenziali, la Bce, anzi, più precisamente l`Eurosistema delle Banche centrali, che sui Btp significa la Banca d`Italia, interviene con acquisti calmieranti. E lo fa anche avvalendosi della “flessibilità” che ha voluto dare ai suoi piani di acquisti, che permette di concentrare le operazioni sui titoli di un determinato Paese in un dato momento, quando serve, e poi compensarle successivamente, quando la tensione è svanita, con minori acquisti. Il Consiglio direttivo della Bce è determinato “a fare tutto il necessario nell’ambito del suo mandato per sostenere tutti i cittadini dell’area dell’euro in questo periodo estremamente impegnativo”, recita ancora il comunicato post direttorio. Lagarde è parsa glissare alle domande sul se al Consiglio sia stata discussa o meno l`ipotesi di aumentare il Pepp. Nuovamente è sembrata glissare quando è stata interpellata sull`ipotesi che si possa attivare lo scudo antispread della Bce, l`Omt, nel caso in cui un Paese utilizzi la nuova linea di credito facilitata del fondo anticrisi Mes, quella con condizionalità ridotte all`utilizzo dei fondi per le spese sanitarie.

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Ma indirettamente non è sembrata molto aperta su questo versante, visto che ha precisato che l`attivazione dell`Omt comunque non è automatica. Peraltro ha più volte insistito sul fatto che l`Omt “era pensato per casi e circostanze e particolari” su singoli Paesi, quando venne creato nel 2012, “ovviamente resta parte dell’armamentario della Bce, ma per la crisi che stiamo fronteggiando il Pepp è più adatto”. Il nuovo programma di acquisti “è disegnato appositamente per questo – ha insistito -: una crisi simmetrica, e lo usiamo avvalendoci di tutta la flessibilità che ci siamo dati”. La Bce non ha discusso l’ipotesi di allargare gli acquisti a titoli con rating speculativo “ma siamo pienamente flessibili e guaderemo a tutte le opzioni – ha detto ancora Lagarde – e assicureremo che la nostra linea monetaria e la sua trasmissioni siano efficaci”. Risposte comunque che sembrano in parte evasive.

Ove non vi fossero prima altre rivelazioni, toccherà attendere non poco, il 21 maggio, quando verranno pubblicati i verbali (parziali) del Consiglio, per capire se vi siano state o meno tesi differenziate sul piano di acquisti di titoli. Per quanto riguarda il quadro economico c`è poco di rassicurante. “Nei nostri scenari più pessimistici” il Pil dell’area euro assiste a un crollo del 15% nel secondo trimestre rispetto al primo trimestre, ha rivelato la presidente. Sull`intero 2020 il Pil dell’area potrebbe subire un tracollo tra il 5% e il 12% quest’anno, a seconda della durata delle misure di contenimento dei contagi (lockdown) e dell’efficacia delle policy varate per mitigarne gli effetti su imprese e lavoro. Per questo è “cruciale” una risposta di Bilancio da parte dei governi “ambiziosa e coordinata”. Anche se “le misure prese contro l’emergenza pandemica – ha suggerito – dovrebbero essere, nei limiti del possibile, mirate e di natura temporanea”.

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