Biennale d’Arte di Venezia, ai Giardini nasce “Piazza Ucraina”

Biennale d’Arte di Venezia, ai Giardini nasce “Piazza Ucraina”
Lizaveta German, Borys Filonenko e Maria Lanko
16 aprile 2022

La Biennale di Venezia ha annunciato una presenza ucraina nell’ambito della 59esima Esposizione internazionale d’Arte. Si tratta di “Piazza Ucraina”, a cura di Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione dell’Ucraina. Realizzata con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund (UEAF) e della Victor Pinchuk Foundation, “Piazza Ucraina” è un’installazione progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina allestita allo Spazio Esedra dei Giardini della Biennale. Lo scopo di questo progetto è dar voce agli artisti e alla comunità artistica dell’Ucraina e degli altri Paesi per esprimere solidarietà con la popolazione ucraina all’indomani della brutale invasione da parte del governo russo e creare uno spazio che possa essere luogo di dibattito, dialogo e sostegno alla cultura ucraina.

“Piazza Ucraina è un luogo di solidarietà con l’Ucraina nato nel cuore dell’Esposizione Internazionale ad opera del team del padiglione ucraino, di concerto e su invito della Biennale e di Cecilia Alemani – scrivono i curatori presentando il progetto Piazza Ucraina -. Il conflitto russo-ucraino, iniziato nel 2014, è entrato in una fase critica di invasione militare su larga scala il 24 febbraio 2022. A partire dalle cinque di mattina, dopo i primi attacchi aerei, la vita dell’intero Paese europeo non è più stata la stessa. La stessa sorte è toccata ad ogni singolo cittadino dell’Ucraina, artisti compresi. Il servizio militare, il volontariato, la diplomazia culturale, il racconto sotto forma di diario sono solo alcune delle pratiche sociali e private che tengono attualmente impegnati gli artisti ucraini. La maggior parte di loro ha interrotto il lavoro d’atelier, alcuni conciliano ancora le attività artistiche con la vita militare e sociale, mentre altri continuano a produrre opere d’arte quasi quotidianamente”.

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“Per questi ultimi – proseguono Filonenko, German e Lanko – dedicarsi costantemente al lavoro aiuta a sopportare il calvario dei continui aggiornamenti delle notizie e la dura realtà della guerra che li circonda. Ma non si tratta solo di questo. Un’opera, che si tratti di un disegno, una fotografia, un fumetto o di un breve testo, dopo essere stata ultimata impiega poco tempo a diffondersi pubblicamente attraverso i social media. Una volta divenuti di dominio pubblico, questi lavori si trasformano in qualcosa di più grande. Diventano una prova, un artefatto, un documento di uno stato d’animo. Probabilmente queste opere sono già state elevate al rango della documentazione più immediata e certamente innegabile di un’esperienza fatta di trauma, di rabbia e anche di autentico coraggio. Gli utenti dei più diffusi social network in Ucraina si raccolgono virtualmente attorno a queste opere d’arte, scambiandosi opinioni e dando vita a nuove narrative. Tutte assieme, le sequenze di queste espressioni artistiche creano una sorta di agorà, un luogo d’incontro, una piazza”. 

“Lo spazio della Piazza – continuano i curatori – creato dall’artista e architetta Dana Kosmina, incarna l’equilibrio tra stabilità e fluidità. Questo luogo possiede un centro e una struttura classica, pur essendo un’esposizione in continuo mutamento, in cui i poster si stratificano e il dibattito sulla situazione di emergenza mondiale, precedente e successiva al conflitto, viene continuativamente messa in evidenza. Piazza Ucraina è costruita attorno a un monumento ricoperto da sacchi di sabbia, un riferimento alla pratica diffusa in tempi di guerra nelle città ucraine per proteggere l’arte pubblica dai bombardamenti”. L’archivio d’arte dei tempi di guerra è stato compilato dal team dell’Ukrainian Emergency Art Fund (UEAF). La fondazione si propone di sostenere gli artisti e gli operatori culturali nel corso del conflitto e in futuro. È stata fondata dall’ONG MOCA assieme alla redazione giornalistica indipendente Zaborona, alla galleria d’Arte The Naked Room e all’istituto culturale Mystetskyi Arsenal.

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Il fondo raccoglie aiuti umanitari, informazioni sui programmi e sulle opportunità offerte dalle istituzioni ucraine e straniere a sostegno di artisti, curatori, manager artistici, ricercatori indipendenti e di iniziative culturali non governative. L’arte in tempo di guerra è anche un’ulteriore risposta alle tre domande poste da Cecilia Alemani nella dichiarazione della mostra Il latte dei sogni. Gli artisti in Ucraina e gli artisti ucraini al di fuori del paese stanno vivendo una trasformazione sul piano umano. Insieme a questa esperienza hanno la propria visione del corpo umano e della sua metamorfosi, del rapporto tra gli esseri umani e le tecnologie e tra il corpo umano e la Terra. Corpi che da mesi tremano assieme alle mura domestiche e cittadine. Ogni giorno la tecnologia uccide e protegge. Ogni giorno, il rapporto tra gli esseri umani e le piante, gli animali, la terra e ciò che non è umano muta o si rafforza, e tutto questo non è un sogno.

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