Bollette leggere, la promessa del ministero. Taglio di 2,7 miliardi

Bollette leggere, la promessa del ministero. Taglio di 2,7 miliardi
6 febbraio 2015

Il ministero dello Sviluppo punta anche sulle “bollette leggere” per ridare slancio all’economia, con risparmi per quasi 2,7 miliardi sull’elettricità, di cui circa 1,7 miliardi a beneficio delle piccole e medie imprese. Il rimanente miliardo a favore dei consumatori. E’ questo il primo bilancio dell’impegno che “il governo si è assunto per favorire la competitività attraverso la riduzione degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta elettrica è andato a segno e gli effetti sono già nero su bianco”.

A comunicarlo è il ministero dello Sviluppo economico. Grazie al “taglia-bollette” contenuto nel decreto Competitività e agli altri provvedimenti attuati, “imprese e famiglie spenderanno nel corso del 2015 molto meno”. Nel dettaglio, per le imprese il minore esborso determinato dal “taglia bollette” ammonterà a 910 milioni mentre per le famiglie sarà pari a 313 milioni. Le ulteriori misure varate impatteranno positivamente per 771 milioni sulle aziende e per 694 milioni sui consumatori. La manovra – assicura il ministro Federica Giudi – avrà i suoi propri effetti, “con gradualità, nel corso del 2015”.

Ulteriori riduzioni della spesa deriveranno, oltre che dal pacchetto a favore delle pmi, da altre misure su componenti regolate della bolletta e da interventi pro-concorrenza sul mercato elettrico. I consumatori “beneficiano inoltre del calo dei prezzi dei combustibili impiegati per la produzione elettrica e di una riduzione del costo del dispacciamento”. L’Autorità per l’Energia elettrica e il gas stima che i due fenomeni incideranno sulla spesa di una famiglia tipo (3 kW di potenza impegnata e consumi pari a 2700 kWh/anno) per circa il 3% nel primo trimestre. Ne deriva uno scenario di riduzione complessiva della fattura energetica, con effetti notevoli a beneficio della competitività delle imprese e dei redditi delle famiglie. La riduzione per le Pmi non energivore è ancora più significativa: su base annua si stima attorno all’8-10% in media, sebbene possano esserci differenze tra impresa e impresa.

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