Carone e Dear Jack: censura a Sanremo? Il pezzo piace al pubblico

14 gennaio 2019

Pierdavide Carone scrive con coraggio del drammatico tema della pedofilia, dipingendo due situazioni assimilabili di violenza. Marco e Marica, 10 anni il primo, 15 la seconda; due vite normali, nei vissuti, nei sentimenti e nei dettagli. La voce graffiante di Lorenzo Cantarini e il suono dei Dear Jack. Un brano coraggioso, escluso dal Festival di Sanremo. Una censura?

“Noi abbiamo accolto questa canzone con un grande senso di responsabilità. Non era scontato che altre persone attorno a noi si assumessero questa responsabilità. Uno dei motivi per cui abbiamo proposto il pezzo al Festival era perché credevamo che il pezzo fosse adatto a quel palcoscenico. Inizialmente c’è stata una delusione, ma il pezzo ha delle forti gambe proprie. Ha una sua vita propria che gli permette di farsi ascoltare e di essere apprezzato da tante persone, alla fine è la cosa più importante”.

È ancora difficile parlare di pedofilia in Italia? “Credo sia difficile parlare di pedofilia comunque perché tra le violenze, che sono tutte gravi e deprecabili, credo che sia la violenza, perché i minorenni, i bambini, sono la parte più splendida e nel contempo vulnerabile di questa società. E quindi trattare un argomento del genere è sempre molto delicato”.

Il brano, pubblicato da Artist First, è scritto e composto da Pierdavide Carone e prodotto da Federico Nardelli. “Pierdavide ha scritto il pezzo. Quando ce l’ha proposto, abbiamo deciso di farne parte. Penso che il pezzo ha subìto in maniera positiva la carica del gruppo. C’è molto di entrambi. Il sound e la forza dei Dear Jack è arrivata e si è sposata subito”.

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