Proporzionale con premio di coalizione al 30-35% calcolato sugli aventi diritto al voto, capilista bloccati ma senza preferenze. E’ questa la proposta “azzurra” che entro venerdì Forza Italia presenterà alla commissione sulla legge elettorale a Montecitorio. Gli ultimi dettagli saranno discussi domani. E secondo quanto trapela, la stella polare resta la ‘linea Mattarella’: garantire cioè la piena corrispondenza fra maggioranza degli elettori e maggioranza degli eletti, così da assicurare la massima rappresentatività al nuovo Parlamento, purché si rispettino i ‘correttivi’ della Consulta sull’Italicum. La novità, invece, potrebbe essere rappresentata dal criterio e dalle soglie di assegnazione del premio. Non a caso, la proposta prevederebbe un calcolo effettuato sulla base degli aventi diritto invece che sui votanti: in quel caso il tetto da raggiungere sarebbe del 30-35%.
BERLUSCONI LAVORA ALLA COALIZIONE Intanto, Silvio Berlusconi da Arcore lavora ad allargare la coalizione del futuro centrodestra e a una soglia di sbarramento (uniforme per Camera e Senato) che accontenti i ‘piccoli’, a cominciare dai centristi di Lorenzo Cesa. Gli sherpa azzurri (che domani dovrebbero riunirsi a Roma) hanno previsto nella proposta di legge elettorale (ancora sotto forma di bozza) una quota del 5% in caso di corsa solitaria e una soglia del 3% ma anche più bassa, in caso di coalizione. La proposta recepisce i desiderata di Berlusconi ma poi occorrerà mediare per fare una sintesi tra le altre proposte messe sul tavolo da tutte le forze politiche. La trattativa entrerà di fatto nel vivo soltanto tra una decina di giorni.
APPELLI ALL’UNITA’ E nel nome dell’unità del centrodestra Maurizio Sacconi lancia un appello a Silvio Berlusconi affinché svolga ancora la funzione di ‘federatore”. “Nel momento in cui la sinistra italiana si rivela incapace – dice il presidente della commissione Lavoro del Senato – di esprimere una sintesi ampia e condivisa circa il futuro possibile della nazione, rivolgo un appello a Silvio Berlusconi affinché svolga, ancora una volta, la funzione di federatore di uno schieramento ampio da Alfano, Tosi, Parisi, Quagliariello fino a Giorgia Meloni e Salvini”.
LA LEGA FRENA Non risponde picche ma quasi Matteo Salvini: il leader del Carroccio nei fatti non chiude la porta a Berlusconi a livello nazionale, ma invita a scindere i piani. ”Conto che Berlusconi arrivi sulle nostre posizioni” dice il Salvini, che lunedì riunirà il consiglio federale della Lega a Milano proprio per discutere delle prossime strategie politiche della Lega e delle elezioni comunali. Ma precisa: “un conto è il locale, un conto è il nazionale…” confermando la strategia del ‘doppio forno’. Tradotto: alleanze con Fi alle amministrative non significa asse con il partito azzurro anche alle prossime politiche.