Conte incassa fiducia dalla Camera: stop Iva e taglio cuneo, nuovo Patto stabilità. Ma è bagarre in Aula con Lega e Fdi

9 settembre 2019

Giuseppe Conte ottiene la fiducia della Camera al suo secondo governo, quello che si propone “una nuova stagione di riforme”. Arrivano i voti previsti di M5s, Pd e LeU, e l’opposizione durissima di Lega e FdI, che dalla piazza di Montecitorio convocata contro il nuovo governo portano la bagarre nell’Aula della Camera, con continue interruzioni e i cori “Elezioni” “Buffone” “Dignità” “Mai col Pd” che segnano gli interventi del premier. Che prova a segnare una discontinuità con la sua precedente esperienza soprattutto sul fronte delle relazioni internazionali, ancorando l’Italia alle tradizionali posizioni: “Ue, Nato, relazioni con gli Usa”. E discontinuità nel linguaggio, che il premier auspica ora “mite”: nel rivolgersi al Paese, soprattutto sui social, ma anche nei rapporti all’interno del governo e della maggioranza: “Non possiamo, nei prossimi mesi, dissipare il tempo a disposizione in litigi e scontri. I cittadini non comprenderebbero”.

Ma se nell’intervento della mattina Conte prova a disegnare la prospettiva futura, nel pomeriggio è trascinato dal dibattito sul passato. Alle accuse di Lega e FdI risponde duramente, definisce “irresponsabile” la richiesta di elezioni, ribalta l’accusa di ‘poltronismo’: “volevate elezioni per avere più poltrone?” e ricordando che i ministri leghisti, dopo aver firmato la mozione di sfiducia, “non si sono dimessi”. Il Pd promuove il premier, “un discorso serio e solido”, ovvero “le due cose di cui l’Italia ha bisogno”, quello che il premier svolge, per il capogruppo Dem Graziano Delrio. E un programma che contiene “elementi e visioni di cui questo paese ha bisogno, un’agenda nuova”. Prova a guardare al futuro anche il capogruppo di LeU Federico Fornaro: “Condividiamo l’impianto programmatico, base di partenza per un governo di svolta”. Ma attenzione, “la rottura del muro di incomunicabilità tra M5s e centrosinistra è una condizione necessaria ma non sufficiente. Dobbiamo avere l’umiltà e la lealtà di provare a costruire un progetto che parla al Paese, non solo ‘contro’ ma ‘per’, dentro il sistema valoriale che lei ha descritto”.

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Un tentativo che l’opposizione di FdI e Lega frustra. Giorgia Meloni parla del “peggiore governo di politicanti, attaccati alle poltrone, asserragliati dentro il palazzo, terrorizzati dal giudizio del popolo”. Riccardo Molinari lo accusa di “tradimento”, di aver raccontato “balle per 14 mesi” a proposito della volontà di rivoluzionare l’Europa. Prova a distinguersi Forza Italia: mentre Fdi e Lega sono in piazza, Silvio Berlusconi riunisce i gruppi, e tenta di ritrovare spazio proponendo un’opposizione “senza sconti” ma nei luoghi istituzionali, per – spiega Gelmini – provare a “ricostruire un’alternativa credibile di centrodestra al governo delle tre sinistre, M5s, Pd e LeU”. Alla fine sono 343 i sì alla Camera, 263 i no, 3 astenuti. Numeri scontati, non come quelli di domani al Senato, dove il clima sarà se possibile ancora più teso. Ma Conte già guarda al prossimo passo, e mercoledì ha in programma gli incontri a Bruxelles con la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.

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