Controlli antimafia su liste per le amministrative, i candidati romani divisi

Controlli antimafia su liste per le amministrative, i candidati romani divisi
13 aprile 2016

Rosi Bindi, dalla Commissione Antimafia, prova a mettere sotto la lente del rispetto della legalità i candidati per le elezioni amministrative in una decina di comuni tra quelli sciolti per mafia, quelli precedentemente sciolti per mafia e mai tornati a votare per esempio per mancanza di liste (come il comune di Platì) e altri comuni come Roma e Brescello, che hanno avuto la commissione d’accesso e sono in commissariamento. Lo ha annunciato al termine della seduta odierna della Commissione, spiegando che “la mera applicazione del nostro Codice non è sufficiente a fare l’effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà faremo una relazione che andrà oltre l’applicazione del codice”. Bindi ha anche sollecitato dal Governo “regole più stringenti e adottare strumenti più efficaci per valutare la questione dell’incandidabilità alle elezioni”, suscitando tra le forze politiche in corsa a Roma, sul complesso delle iniziative, reazioni miste. “Ho già detto più volte che, anche unilateralmente, avrei inviato in anticipo le liste a sostegno della mia candidatura alla Commissione Antimafia, perché fossero controllate”, ha ricordato il candidato sindaco del Pd Roberto Giachetti.

Sostegno a Bindi anche dal candidato di Sinistra italiana Stefano Fassina “Da parte nostra applichiamo comunque il Codice Antimafia ha sottolineato – ma è bene che sia esteso da parte della Commissione a tutti i partiti e a tutte le candidature, in Comune e nei Municipi”. La candidata di Fdi Giorgia Meloni, invece, trova utile il sostegno di tutte le istituzioni che si occupano di legalità “ma più utile quella dell’Anac di Cantone”, cui annuncia di aver chiesto un aiuto per “un corso di formazione a tutti i candidati delle liste che sosterranno la mia candidatura, per capire dove si può annidare la corruzione”. Una secca stroncatura arriva, infine, dai radicali: “Al di là del protagonismo che ciascuno può perseguire – dichiara Riccardo Magi, segretario del partiro – pensare che sia il codice di autoregolamentazione per la formazione delle liste adottato dalla Commissione antimafia a prevenire la commistione tra criminalità politica e comune o organizzata significa, ad esempio, non aver capito nulla di Mafia Capitale”. Il M5S, che osserva una pausa di rispetto del lutto per la morte di Gianroberto Casaleggio, si esprimerà sulla proposta venerdì. Ma il candidato che più rischia la scure dell’antimafia è Guido Bertolaso, sostenuto da Silvio Berlusconi. E su questo fronte, che già sconta i dissensi del centrodestra sui candidati a sindaco della capitale, il silenzio è greve.

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