Covid-19, Israele ha vaccinato il 25% della popolazione. “Ue lenta”. Italia nona al mondo

Covid-19, Israele ha vaccinato il 25% della popolazione. “Ue lenta”. Italia nona al mondo
17 gennaio 2021

Con 1,12 milioni di vaccini anti Covid somministrati l’Italia è al nono posto nel mondo sullo stato di avanzamento delle vaccinazioni: a 1,85 perone ogni 100 abitanti. E’ quanto emerge da una graduatoria stilata da Bloomberg, in cui svetta irraggiungibile Israele, con 2,27 milioni di vaccinazioni è già oltre il 25% della popolazione. Seguono gli Emirati Arabi Uniti, con oltre il 16%, il Bahrain, al 9%, la Gran Bretagna, al 6%, e, quinti, gli Usa, con un 4%. A seguire Danimarca (2,8%), Slovenia (1,97%), Malta (1,92%), Italia (1,85%) e, decima, la Spagna ((1,65%). L’Italia quindi è prima nell’Ue, dove in media sono state vaccinate 1,09 persone su 100.

Intanto, ieri anche in India sono cominciate le vaccinazioni contro il coronavirus, a partire dai lavoratori sanitari. Nel paese vivono quasi 1,4 miliardi di persone e il governo spera di vaccinarne 300 milioni, tra cui 30 milioni di medici, infermieri e altri operatori sanitari e, a seguire, 270 milioni di persone con più di 50 anni o patologie che li rendono particolarmente vulnerabili al COVID-19, entro luglio. Sarà probabilmente la più grande campagna vaccinale del mondo. L’India produce circa il 60 per cento di tutti i vaccini prodotti nel mondo e ogni anno vaccina per diverse malattie circa 55 milioni di persone: ha dunque molta esperienza in fatto di campagne vaccinali. Secondo le previsioni del ministero della Salute, nel corso della giornata di oggi saranno vaccinate circa 300mila persone in tutto il paese. Il primo vaccino è stato somministrato all’All Indian Institute of Medical Sciences a New Delhi. Poco prima il primo ministro indiano Narendra Modi aveva tenuto un discorso trasmesso in tv per annunciare l’inizio della campagna vaccinale e invitare tutti i cittadini a non credere “alle voci sulla sicurezza dei vaccini”.

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Perché l’Africa è tutta grigia?. È tutta grigia, e senza vaccini, perché l’Occidente e i Paesi del mondo ricco, si sono presi tutto. L’Unione Europea, da sola ha già comprato abbastanza dosi per vaccinare per due volte l’intera popolazione del continente. Lo stesso vale per gli Stati Uniti d’America, per il Regno Unito, per l’Australia e per il Cile. Il Canada, addirittura, ha ordinato abbastanza vaccini per vaccinare tutta la sua popolazione per cinque volte. In Africa la situazione è molto diversa. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, solo un quarto di tutti i Paesi africani ha la disponibilità finanziaria per una campagna vaccinale adeguata. E anche dove questa disponibilità esiste, ci sono difficoltà logistiche enormi. Ad esempio, nessun Paese africano ha la possibilità di gestire la catena logistica del vaccino Pfizer Biontech, che dev’essere conservato a meno 80 gradi. E, per il momento, ci sono siringhe abbastanza per vaccinare poco più di un terzo della popolazione africana, così come manca il personale sanitario necessario che inoculi materialmente il vaccino.

Le previsioni più ottimistiche parlano di un 3% della popolazione africana vaccinata entro marzo. E di un 20% della popolazione vaccinata entro il 2021. Questo accadrà – se accadrà – perché Russia e Cina hanno accettato di fornire dosi del loro vaccino a diversi Paesi africani, a patto che la loro popolazione partecipi in massa alla sperimentazione clinica. Succederà in Kenya, Sudafrica, Marocco ed Egitto. Noi vi diamo il vaccino, se voi accettate di diventare le nostre cavie. In europa, l’Ungheria, scontenta della lentezza dell’arrivo dei vaccini nell’Ue, intende ordinare 1 milione di dosi del vaccino cinese. Lo ha annunciato il premier Viktor Orban alla radio pubblica. Il prodotto sarebbe quello di Sinopharm, utilizzato oltre che in Cina in diverse parti del mondo, dalla Turchia all’Argentina. Il portavoce della Commissione europea ha detto che l’Ue non ha informazioni sul vaccino cinese e non ci sono contatti al riguardo con la Cina. Orban sollecita l’autorizzazione del prodotto da parte dell’autorità dei farmaci ungherese, e intende agire aggirando le regole dell’Ue. In Ungheria finora il vaccino anti Covid (di Pfizer e Moderna) è stato somministrato all’1 % della popolazione, ma non esiste un piano vero e proprio di vaccinazione. L’opinione pubblica è sfiduciata dalla comunicazione fumosa del governo e piuttosto ostile ai vaccini. Circa il 38% della popolazione dichiara di volersi vaccinare, ma comunque non con il vaccino cinese né russo.

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