Discariche chiuse, emergenza rifiuti in Sicilia. I sindaci: “Pronti a gesti clamorosi”. Regione: Orlando scarica colpe su altri

Discariche chiuse, emergenza rifiuti in Sicilia. I sindaci: “Pronti a gesti clamorosi”. Regione: Orlando scarica colpe su altri
7 giugno 2016

palermo-rifiuti-Le proroghe o le autorizzazioni della Regione Siciliana non arrivano e le discariche chiudono, creando i presupposti per un’emergenza rifiuti in Sicilia. La discarica di Siculiana non ha aperto i cancelli e gli autocompattatori delle imprese di raccolta rifiuti di circa 50 Comuni dell’Agrigentino sono stati costretti a fare ‘dietro front’ e tornare, carichi di immondizia, in deposito. Chiusa anche la discarica Oikos di Motta S. Anastasia, nel Catanese, e per Messina c’è il rischio di un’emergenza. L’allerta è scattata anche a Catania dove la notte scorsa gli autocompattatori hanno trovato i cancelli della discarica chiusi e la raccolta è stata sospesa. Il sindaco del capoluogo etneo, Enzo Bianco, ha parlato con il capo di Gabinetto del ministero dell’Ambiente, ottenendo delle rassicurazioni: sono pronti a vistare il decreto della Regione che consente la riapertura delle discariche siciliane di competenza della Sicilia.

L’Anci Sicilia è sul piede di guerra. “Ancora una volta sulla gestione dei rifiuti e sul sistema di regole da applicare, si gioca una partita in cui non ci sono vincitori ma solo sconfitti: i siciliani. Come per il sistema idrico integrato anche per i rifiuti assistiamo a logiche da Terzo Mondo. Si apre la stagione turistica e anziche’ attrezzarci di infrastrutture, servizi e attrazioni di varia natura, in Sicilia ‘si studia’ per lasciare un ricordo indelebilmente negativo, per riproporre ai cittadini la vergogna di servizi non degni di un paese occidentale e per fare esplodere un’emergenza che oggi e’ diventata di carattere igienico-sanitario”. E’ l’atto di accusa di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.

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Ieri il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo ha iniziato lo sciopero della fame contro la proroga decisa della Regione della maxi discarica aperta alle porte della cittadina del Catanese. Una decisione quella della Giunta Crocetta collegata alla necessita’ di fronteggiare l’emergenza rifiuti. Cosi’, i vertici dell’associazione siciliana dei sindaci avvertono: “Siamo pronti, oggi, anche a gesti clamorosi pur di vedere affermata una qualunque scelta che consenta di superare questa continua emergenza e che possa restituire ai cittadini e anche ai turisti, una qualita’ dei servizi essenziali degni di uno Stato civile”. Discariche aperte e chiuse ad intermittenza, accusano, cassonetti stracolmi “in ogni angolo delle citta’, autocompattatori sempre in viaggio per centinaia di chilometri in giro per la Sicilia con una lievitazione dei costi che i sindaci sono costretti a far gravare sempre sulle spalle dei cittadini”. Mesi e anni di “balletti e scambi di responsabilita’ tra Roma e Palermo”, continuano Orlando e Alvano, tra il governo nazionale e il governo regionale, “in un infinito scontro tra commissariamento si’ e commissariamento no, tra chiusura delle discariche e apertura in deroga ad ogni norma di legge, tra termovalorizzatori si’ e termovalorizzatori no e, non da ultimo, tra inchieste e scandali di ogni tipo”. Concludono: “Siamo stanchi di questo spettacolo insopportabile che pesa interamente sui cittadini e le cui responsabilita’ non possono gravare interamente sugli amministratori locali”.

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REPLICA DELL’ASSESSORE “L’attuale situazione dei rifiuti in Sicilia, con una raccolta differenziata al lumicino e un tasso di evasione della Tari alle stelle, è responsabilità di chi come il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, invece di risolvere i propri problemi cerca di scaricare sugli altri le colpe”. Così l’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto. “L’impianto Tmb di Bellolampo, costato 22 milioni di euro di soldi pubblici e costruito dalla Regione, da mesi aspetta ancora di entrare a pieno regime – prosegue-; Palermo ha un tasso di raccolta differenziata ridicolo, al di sotto del 9%; la seconda fase della raccolta porta a porta, costata 12 milioni di euro di fondi Fas, è ancora un’incompiuta; nel capoluogo siciliano mancano ancora le isole ecologiche e la raccolta va a singhiozzo”. “Anziché puntare il dito contro chi, in collaborazione con il governo nazionale – conclude-, cerca di risolvere criticità del sistema ormai ataviche e consolidatesi nel tempo, Orlando guardi allo sfacelo di Palermo e provi a dare risposte ai cittadini che pagano le tasse: questo sì che sarebbe un gesto clamoroso per lui”.

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