Via libera della Camera a norma ‘salva Cinquestelle’: lo statuto non è obbligatorio

Via libera della Camera a norma ‘salva Cinquestelle’: lo statuto non è obbligatorio
7 giugno 2016

Via libera della Camera, con 250 voti favorevoli, 35 contrari e 123 astenuti, alla cosiddetta norma ‘salva M5S’. L’aula di Montecitorio ha infatti approvato l’articolo 3 della proposta di legge sulla riforma dei partiti, che prevede la non obbligatorieta’ dello statuto per partiti o movimenti politici. La norma ‘tende una mano’ ai pentastellati, non organizzati secondo le regole tradizionali dei partiti e privi di una normativa interna, in quanto elimina l’obbligo dello statuto, inizialmente previsto in altri testi depositati in commissione, tra cui quello a prima firma del vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, che prevedeva come sanzione l’esclusione del partito dalle elezioni. Il testo base predisposto dal relatore, Matteo Richetti, ‘ammorbidisce’ le disposizioni di legge, prevedendo che il partito o il movimento politico si dotino si’ di uno statuto, ma se non lo fanno potranno comunque partecipare alle elezioni se presentano una “dichiarazione di trasparenza”. E’ prevista, invece, l’esclusione dalla competizione elettorale di quelle liste di partiti o movimenti che non abbiano presentato il programma elettorale. L’articolo 3 regola le “norme di trasparenza in materia di partecipazione alle elezioni della Camera dei deputati”.

Nel dettaglio, il testo prevede che il partito o movimento politico, per partecipare alle elezioni, deve depositare il “proprio statuto ovvero, in mancanza, una dichiarazione, con la sottoscrizione del legale rappresentante autenticata dal notaio, che indica i seguenti elementi minimi di trasparenza: 1) il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato, il soggetto che ha la titolarita’ del contrassegno depositato e la sede legale nel territorio dello Stato; 2) gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione nonche’ le relative attribuzioni; 3) le modalita’ di selezione dei candidati per la presentazione delle liste”. Dunque, le liste vengono “ricusate” se manca la dichiarazione di trasparenza. La ricusazione c’e’, inoltre, se non e’ stato depositato il programma elettorale. Durante l’esame degli emendamenti, e’ stato approvato un emendamento del Pd Ferrari, che cambia leggermente il testo dell’articolo 3 in materia di statuto o dichiarazione di trasparenza.

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