Donne protagoniste dopo il caso Weinstein e #MeToo?

27 febbraio 2018

Alla vigilia della cerimonia degli Oscar, il 4 marzo, il mondo del cinema si interroga su quanto lo scandalo Weinstein e la nascita dei movimenti #MeToo e Time’s Up, contro le violenze sulle donne e per la parità dei sessi, peseranno sull’assegnazione delle statuette. Già ai Golden Globe e ai Bafta, i black carpet con le attrici in nero hanno quasi distolto l’attenzione dai premi. Nella redazione di Variety, considerata la Bibbia del cinema, in molti pensano che la 90esima edizione degli Oscar sarà l’occasione per molte donne di far sentire la propria voce. Due anni fa, il movimento #OscarSoWhite, contro l’assenza di candidati di colore, portò a qualcosa. E nel 2017 la situazione migliorò. Le donne, stavolta, potrebbero essere le protagoniste. “Quest’anno, ora che è esploso il caso – ha detto Peter Debruge, capo dei critici di cinema, in merito allo scandalo abusi a Hollywood – credo che potremmo aspettarci scherzi, dichiarazioni politiche, e che tutte le donne vincitrici ne approfittino per dire qualcosa in merito”.

In nomination questa volta c’è Rachel Morrison, prima donna candidata per la fotografia, e Greta Gerwig è candidata alla regia con il film “Lady Bird”, è la prima donna da quando Kathryn Bigelow vinse l’Oscar con “The Hurt Locker”. La loro vittoria sarebbe significativa, mentre Meryl Streep, alla 21esima nomination, con “The Post”, potrebbe fare un discorso importante. “Alla fine, quando si vota per gli Oscar, si votano i film preferiti – dice ancora il critico di Variety – ma questo non vuol dire che un movimento non possa influenzare, anche se in piccola parte, i singoli giurati”. Intanto la Weinstein Company, la società del produttore travolto dagli scandali delle molestie, secondo la stampa americana starebbe per dichiarare bancarotta dopo il fallimento della trattativa per la vendita con un gruppo di investitori.

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