Draghi tenta il blitz sul prezzo del gas ma l’Europa rinvia a ottobre. “Sono deluso”

Draghi tenta il blitz sul prezzo del gas ma l’Europa rinvia a ottobre. “Sono deluso”
Mark Rutte e Mario Draghi
25 giugno 2022

Al termine di due giorni di Consiglio europeo Mario Draghi fa buon viso a cattivo gioco: il premier aveva chiesto un Summit europeo straordinario sul tetto al prezzo del gas a luglio, i leader hanno deciso di rimandare tutto al Consiglio di ottobre. Un rinvio di tre mesi che sembra in pieno contrasto con l’urgenza sollevata dal presidente del Consiglio, che però in conferenza stampa si dichiara non “deluso”. “Non mi aspettavo – ha assicurato – di poter fissare una data precisa, immaginavo il solito rinvio con un linguaggio un po’ vago. Le cose si stanno muovendo ma non vengono da sole e subito: provo tutt’altro che delusione”.

Per Draghi “bisogna agire ora” per porre un freno alla corsa dei prezzi dell’energia, che sta facendo crescere l’inflazione come avvenne negli anni ’70. Però, ha ammesso, “ci sono tanti timori: alcuni Paesi sono stati molto esitanti”, a partire dai cosiddetti “frugali”, guidati dal primo ministro olandese Mark Rutte. In particolare, chi si oppone alla proposta di ‘price cap’, lo fa per “la paura che la Russia tagli ancora di più le forniture, ma le forniture in Germania sono già al 50% e il prezzo è aumentato in maniera tale che Putin incassa le stesse cifre e l’Europa ha difficoltà immense”.

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Rutte chiede che Draghi gli dimostri che il tetto al prezzo del gas funzionerebbe. Da qui i tempi lunghi, per permettere alla Commissione di realizzare uno studio entro settembre da discutere poi nel Consiglio, già in programma, di ottobre. Il report non riguarderà solo il price cap sul gas ma anche, più in generale, la riforma del mercato dell’energia elettrica, con il disaccoppiamento tra quella prodotta da combustibili fossili e quella da fonti rinnovabili. Il premier è consapevole, che ottobre potrebbe essere troppo tardi, ma nel caso in cui la situazione dovesse ulteriormente precipitare e “aggravarsi non è che lasciamo passare due mesi e mezzo senza far niente. Se fosse necessario, se ci fossero nuove misure, certamente faremmo un Consiglio straordinario”.

Al momento comunque, almeno per quanto riguarda l’Italia, la situazione del gas appare sotto controllo, con gli stoccaggi per l’inverno che “stanno andando molto bene” e “la dipendenza da gas russo scesa dal 40% al 25%”. “Ci stiamo preparando in funzione di quest’inverno, le misure che si stanno pensando – ha sottolineato – assicurano che non ci sarà emergenza durante l’inverno. Tutti gli studi che ho visto danno un quadro che, grazie alla ricerca di altri fornitori, mostra che dal punto di visto dei volumi siamo in una posizione buona”. L’altra emergenza da affrontare, però, è quella economica e sociale, con i rincari dei prezzi che colpiscono duramente famiglie e imprese.

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“In Italia – ha spiegato – siamo impegnati a proteggere e a sostenere il potere d’acquisto degli italiani. È importante ed essenziale per tanti aspetti, uno dei quali è la pace sociale, la pace delle relazioni industriali. A questo proposito è mia intenzione convocare l’incontro con le parti sociali al più presto, 10, 15 giorni al massimo”. Poche, pochissime (quattro in tutto) le parole sulla situazione politica che si è venuta a creare dopo la scissione del M5s. Draghi esclude rimpasti e conferma il suo programma: il mandato è “lo stesso”, taglia corto prima di ripartire in vista dei prossimi vertici. Da domenica sarà al G7 in Germania, martedì a Madrid per il summit Nato.

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