E’ morto Gino Landi, coreografo e regista. Aveva 89 anni

E’ morto Gino Landi, coreografo e regista. Aveva 89 anni
Gino Landi
18 gennaio 2023

E’morto a Roma Gino Landi, coreografo, regista teatrale e televisivo. Aveva 89 anni. Nato come Luigi Gregori, a Milano il 2 agosto 1933, ha lavorato al cinema, in teatro e in tv, collaborando con Nino Rota, Ennio Flaiano, Federico Fellini. Ha curato le regie televisive di molti programmi Rai, tra cui il Festival di Sanremo e Fantastico. Poi Festivalbar e spettacoli teatrali con il duo Garinei e Giovannini. Ha lavorato anche alla regia di operette e opere liriche di Puccini e Offenbach.

Figlio di due artisti di varietà, che caldeggiano i suoi studi di danza sotto la guida di Oreste Fraboni, Landi debutta in teatro come ballerino ma ben presto si accorge di non amare esibirsi davanti al pubblico e sceglie di dedicarsi alla composizione coreografica, come viene raccontato nella sua autobiografia. Nel 1957 la sua firma compare per la prima volta sulla locandina di ‘Non sparate alla cicogna’ di Macario, dopodiché è autore dei balletti di ‘Io e l’ipotenusa’ (1959) e di ‘Cieli alti’ (1962). Nel frattempo entra alla Rai con la qualifica di regista (1958) chiamato a realizzare le coreografie per ‘Buone vacanze’ (1959) e per ‘Giardino d’inverno’ (1961).

Dal 1969 inizia un importante sodalizio con Garinei e Giovannini che lo vogliono creatore dei balletti di tutti i loro principali spettacoli, tra i quali ‘Alleluja brava gente’ (1970), ‘Aggiungi un posto a tavola’ (1974) e ‘Rugantino’ (1978). Per lo spettacolo leggero della Rai è il coreografo di trasmissioni popolari come ‘Johnny 7’ (1964), ‘La prova del nove’ (1964), ‘Scala reale’ (1966) e ‘Partitissima’ (1967). Dopo aver diretto una brillante versione televisiva delle commedie musicali ‘La granduchessa e i camerieri’ e ‘Felicibumta’, intensifica la sua attività in televisione nella duplice veste di coreografo e di regista in varietà come ‘Cielo mio marito’ (1980), ‘Noi con le ali’ (1983).

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Il cordoglio

“Un maestro d’arte e di vita, questo è stato per me Gino Landi. Un grande artista, che mi ha insegnato l’amore per questo lavoro ma anche i grandi sacrifici che esso comporta. Grazie a lui ho potuto conoscere e lavorare con la donna più importante della mia vita. Anche lui, come Raffaella, un perfezionista assoluto. Ciao Gino, grazie per avermi fatto l’onore di essere mio Maestro e amico. Sono certo che anche sul palco che ti aspetta disegnerai la tua coreografia più bella”. Così Sergio Iapino, raggiunto all’estero dalla triste notizia, ha voluto ricordare il suo mentore e amico Gino Landi.

“Ho saputo della morte di Gino da un amico in comune, è un momento di grande sofferenza. L’ho sentito personalmente qualche mese fa, sapevo che stava male e parlava stentatamente e non volevo disturbare, per questo chiamavo suo figlio o Cristina, la sua assistente”. Così Pippo Baudo commenta la morte di Gino Landi, coreografo e regista (anche) dei Festival di Sanremo con Baudo. “Conservo tanti ricordi e sono tutti bellissimi. Le cose più belle che ho fatto nella mia vita artistica le ho fatte con Gino Landi: aveva una esperienza internazionale, basta guardare il suo curriculum per capire che era fortissimo. Sapeva montare i balletti nel giro di due ore, aveva un’idea brillante e la trasformava in balletto. Era davvero unico, conclude Pippo Baudo.

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“Personalmente devo tutto a Gino, la persona che mi ha indirizzato dall’inizio, mi scoprì al San Carlo di Napoli a 16 anni, come primo ballerino nel programma ‘Doppia coppia’. C’era Bice Valori, Noschese, Sylvie Vartan. Mi ha fatto fare ‘Canzonissima ’71’ con Raffaella Carrà dove ballo il ‘Tuca Tuca’. Ho fatto il suo assistente per 7-8 anni e poi sono diventato coreografo, C’era con lui una grande intesa. Mi telefonava e mi diceva che cosa fare”. Questo il ricordo di Enzo Paolo Turchi, ballerino e coreografo, primo ballerino di famose trasmissioni televisive. Accanto a Raffaella Carrà nel 1971 ballò il famoso ‘Tuca tuca’. “Mi ha insegnato la tecnica della coreografia e del montaggio e come lavorare con le star. I coreografi di allora avevano la responsabilità di avere il personaggio famoso e non potevano sbagliare, mi ha insegnato come valorizzare le star. Ha fatto la storia della televisione, una tv che probabilmente come stanno le cose adesso non so se ci piace, ma è un’altra tv, non so se meglio o peggio. Quello era il vero varietà. Anche quando lui faceva la regia era tutto programmato”, ha aggiunto.

“La scomparsa di Gino Landi ci addolora tutti. Personalmente non ci ho mai lavorato, mentre mia moglie sì, nella squadra delle costumiste. Grande coreografo, i suoi show e il suo teatro fanno parte della storia dello spettacolo italiano. Un apripista e un grande maestro del varietà e della nostra tv”. Così Carlo Conti ricorda la figura del coreografo scomparso oggi a Roma.

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