Ebola, in Italia soldati Usa monitorati caccia all’untore a Praga

Ebola, in Italia soldati Usa monitorati caccia all’untore a Praga
27 ottobre 2014

Allarme Ebola in Europa. Mentre a Praga è caccia all'”untore” anonimo che minaccia di diffondere un’epidemia se non gli viene consegnato un milione di euro in bitcoin, in Italia undici soldati americani di ritorno dalla Liberia sono finiti in isolamento nella base militare Usa di Vicenza, secondo quanto riporta Cbs News. Secondo la tv americana, i soldati sono stati raggiunti dai carabinieri protetti da speciali tute. Se la pratica resta in vigore, tutti coloro che ritornano dalla Liberia resteranno in quarantena per 21 giorni. Nella cittadina veneta i soldati Usa verranno tenuti sotto controllo in quella che effettivamente è una quarantena, anche se il Pentagono non usa quella terminologia. Preferisce piuttosto usare l’espressione “monitoraggio controllato”. Al momento non ci sono prove che facciano pensare che i soldati – che si trovano in “un’area separata” all’interno della base – mostrino sintomi dell’Ebola. Secondo la Cnn non è chiaro perché il gruppo sia stato messo in isolamento visto che le attuali misure del dipartimento americano della Difesa prevedono che membri dell’esercito possano tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane con i familiari se non mostrano sintomi. Tra coloro che sono in isolamento c’è il generale Darryl Williams, che era il comandante dell’esercito americano in Africa da cui è tornato nel fine settimana per altri impegni. E’ stato sostituito da Gary J. Volesky, che ha dichiarato: “C’è bisogno di dimostrare il nostro sostegno con l’azione non con le parole, e l’azione è esattamente quanto stiamo per fornire”. Williams e il suo team sono rimasti in Africa per 30 giorni per organizzare l’assistenza militare. Hanno viaggiato in lungo e in largo in Liberia. A Praga, invece, le autorità hanno ricevuto una e-mail anonima con la seguente minaccia: “Siamo pronti a far scoppiare una epidemia di Ebola a Praga, se non ci consegnerete un milione di euro. Sappiate che siamo in possesso di materiale biologico, infettato dal virus dell’Ebola, recapitatoci direttamente dalla Liberia. Se non volete che queste sostanze siano cosparse in una serie di luoghi pubblici, dateci la somma richiesta”. Segue la precisazione che la somma dovrà essere consegnata in forma di bitcoin, la moneta elettronica che consente il trasferimento anonimo dei soldi.

Per il momento ogni tentativo di dare un volto all’autore, o agli autori, è risultato vano. Con ogni probabilità il vero intento è quello di suscitare panico nella popolazione e di incassare la cifra richiesta, ha precisato poco fa Zdenek Laube, vicecapo della polizia ceca. Egli stesso ha però sottolineato il modo molto sofisticato con il quale il ricatto è stato annunciato, attraverso una comunicazione elettronica inviata in modo tale da rendere impossibile, sinora, risalire al mittente. Il primo messaggio ricattatorio è stato spedito lo scorso 21 ottobre. Gli inquirenti hanno agito nel massimo riserbo sino a oggi, quando la medesima minaccia è stata inviata, ancora una volta per email, ai principali media della Repubblica ceca. Lucie Novakova, responsabile comunicazioni del ministero dell’Interno, ha detto che del caso si stanno occupando gli investigatori più esperti. Vladimir Valenta, responsabile in Repubblcia ceca dell’Ufficio nazionale di sanità pubblica, ha definito molto poco attendibile la minaccia: “E’ molto difficile prelevare il virus, trasportarlo e diffonderlo, se non attraverso il contagio da una persona all’altra”.

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