Sono passati quasi quattro anni dalle quattro sberle di quell’1 luglio del 2012. Allora in palio c’era un titolo continentale, adesso Italia-Spagna, beffa di un tabellone folle, è solo una delle tappe per arrivare in finale e giocarsi l’Europeo. Campioni contro vice-campioni in un ottavo, forse il più affascinante visto che, con tutto il rispetto, Galles-Irlanda del Nord piuttosto che Svizzera-Polonia non fanno tremare i polsi. Ne e’ passato di tempo, qualcosa è cambiato ma non tantissimo. Il piatto forte delle “furie rosse” resta il “tiki-taka“, lunedì come allora sulla panchina avversaria ci sarà Vicente Del Bosque. Gli azzurri, oggi come allora, hanno in Buffon e nella “BBC” le loro fondamenta. Quattro anni fa era Prandelli il condottiero, oggi è Antonio Conte. Il primo aveva Pirlo e Marchisio e puntava su Balotelli e Cassano, il secondo tre li ha lasciati a casa per scelta, uno, il “principino”, lo ha perso per un infortunio che proprio non ci voleva. I giocatori passano, i tecnici anche, le nazionali restano. Lunedì Italia e Spagna saranno di nuovo di fronte e saranno 19, in tutto, i giocatori che andranno a referto e che vissero quella strana notte di Kiev in cui, una squadra fisicamente a pezzi, crollò sotto i colpi di una nazionale che si concedeva il bis continentale e che in mezzo si era tolta lo sfizio di vincere un Mondiale. Dieci le “furie rosse” che c’erano allora e che ci saranno anche lunedì. Tra i pali c’era Casillas, allo Stade de France sarà in panchina.
