Eurodeputati italiani contro nuove norme europee sui rifiuti imballaggi

Eurodeputati italiani contro nuove norme europee sui rifiuti imballaggi
Ursula von der Leyen
18 novembre 2022

Un gruppo di eurodeputati italiani del centro-destra (15 della Lega, 7 di Fdi e 2 di Fi) più una del Pd (Patrizia Toia) hanno firmato una lettera inviata oggi alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al vicepresidente esecutivo responsabile per il “Green Deal”, Frans Timmermans, in cui si critica fortemente una proposta di nuovo regolamento Ue sugli imballaggi e rifiuti da imballaggi, che l’Esecutivo comunitario dovrebbe presentare il 30 novembre. Le critiche, basata su anticipazioni tratte da una bozza della proposta circolata nelle scorse settimane, riprendono le preoccupazioni già espresse da una quarantina di associazioni europee di categoria e, specificamente per l’Italia, tra gli altri, da Confindustria e Unionplast.

Le questioni di fondo al centro delle accuse alla Commissione sono sostanzialmente due: innanzitutto, il fatto che si voglia sostituire la legislazione Ue sugli imballaggi attualmente in vigore, una direttiva, (che, in quanto tale, è più flessibile e soggetta a possibili diverse “interpretazioni” nella conversione in leggi nazionali) con un regolamento, di applicazione immediata, diretta e identica in tutti gli Stato membri. Inoltre, vengono contestati come troppo ambiziosi, irrealistici e “non neutrali tecnologicamente” i nuovi obiettivi minimi obbligatori che la proposta di regolamento fissa per la “prevenzione” (ossia la riduzione dei rifiuti prodotti) e per il riuso, ove possibile, degli imballaggi, con l’introduzione di sistemi di deposito cauzionale, ad esempio, per le bottiglie di birra o le lattine di altre bevande.

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Per l’Italia, in particolare, c’è il timore che questi obiettivi obbligatori finiscano con il penalizzare la florida industria nazionale del riciclo degli imballaggi. L’industria è riuscita a raggiungere e superare con diversi anni di anticipo l’obiettivo per il 2030 della percentuale minima (65%) di rifiuti da imballaggio che vengono riciclati. “Si tratta di un settore estremamente strategico per l’economia italiana e, di conseguenza, per l’intera economia europea”, scrivono gli eurodeputati, sottolineando “che l’Italia vanta primati assoluti in termini di tecnologia, produzione ed export a livello europeo e mondiale” e che negli ultimi trent’anni le imprese facenti parte di questo indotto hanno investito enormi risorse finanziarie su produzioni ed imballaggi sicuri e sostenibili, sulla trasparenza delle informazioni al consumatore”.

“Ci risulta – continuano gli eurodeputati – che la bozza di testo attualmente all’ “esame dei servizi della Commissione (…) prevederebbe una serie di divieti di immissione sul mercato di particolari categorie di imballaggi (ad esempio nel settore alberghiero e della ristorazione), discriminazioni tra materiali, restrizioni, imposizioni di alcune soluzioni (riutilizzo) a scapito di altre (riciclo), a dispetto del principio di neutralità tecnologica e senza prestare attenzione ad eventuali valutazioni d’impatto economico, sociale o ambientale”. “Qualora tali anticipazioni dovessero essere confermate, esse rischierebbero – avvertono i parlamentari europei firmatari – di causare lo scardinamento di un modello economico perfettamente funzionante e di vanificare altresì l’impegno di circa 2,1 miliardi di euro previsti nel Pnrr italiano al fine di migliorare ulteriormente le capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e dell’economia circolare”.

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“Questa proposta – sostengono ancora gli eurodeputati – rischierebbe di causare pesanti ripercussioni in molti settori, dall’agricoltura all’alberghiero-ristorazione, fino alla logistica, causando la perdita di migliaia di posti di lavoro in Italia e in Europa”. “Inoltre – aggiungono i firmatari della lettera -, l’approccio previsto nella bozza di Regolamento rischia di impattare sulla sicurezza alimentare e sulla salute dei cittadini, in quanto gli imballaggi proteggono e conservano i prodotti, garantendone ai consumatori tracciabilità e igiene”. In ragione dell’importanza e dell’urgenza della questione, Vi chiediamo pertanto di tenere conto delle nostre osservazioni in sede di discussione e presentazione della riforma della suddetta disciplina che, a nostro avviso, merita un’attenta valutazione di impatto di costi e benefici, in linea con l’attuale normativa europea, oltre che l’apertura di un tavolo di lavoro con i settori interessati per analizzare e studiare le possibili ricadute negative, nonché la più corretta modulazione delle successive proposte”, concludono gli eurodeputati italiani.

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