Fondazione Mps, nel 2014 “rosso” 30 mln ma rientrano tensioni

Fondazione Mps, nel 2014 “rosso” 30 mln ma rientrano tensioni
28 aprile 2015

La fondazione Mps ha approvato, al termine di una lunga giornata, il bilancio 2014 dell’Ente, che chiude con un “rosso” di 30 milioni di euro, ma la temuta “spaccatura” interna non c’è stata. Questa sera la Deputazione generale ha approvato il consuntivo con una perdita, secondo quanto si apprende, di 30 milioni. A causa delle svalutazioni il patrimonio passa da 723 a 532 milioni di euro. La quota in banca Mps (2,5%) è stata svalutata da 196 a 86 milioni di euro ed è stata computata a patrimonio. La svalutazione di Sansedoni da 35 milioni a 1,3 milioni è stata invece computata a conto economico. Nessuna svalutazione per Fises e Sator, che invece ha portato benefici. La seduta della Deputazione generale, assente il presidente Marcello Clarich, è andata avanti dalle 15 alle 20.30. Nel corso della riunione dopo l’approvazione del bilancio, è stato anche affrontato il “chiarimento” sull’operato di Clarich (forse assente anche per questo motivo) e della Deputazione amministratrice nella formazione della lista per il rinnovo del Cda della Banca. Alcuni deputati, infatti, non avevano per niente gradito il modo in cui si era arrivati alla definizione della lista stilata dalla Fondazione insieme ai pattisti di Fintech e Btg Pactual.

Sulla votazione della lista lo stesso Clarich, contrario all’ingresso di Fiorella Bianchi, era stato messo in minoranza all’interno della Deputazione amministratrice, insieme alla vicepresidente Bettina Campedelli, ed era stato costretto a esprimere un voto contrario. Dalla Dg, però, non è arrivata nessuna “sfiducia” per Clarich, una ipotesi che era circolata alcuni giorni fa. “Le decisioni della Deputazione amministratrice – spiega un deputato – sono state prese nell’ambito delle previsioni statutarie, noi sollecitiamo la Da a proseguire nei suoi compiti di governo ritrovando una collegialità al suo interno”. Intanto stamani la Deputazione amministratrice ha rinnovato il contratto al direttore generale Enrico Granata fino al prossimo primo settembre. Questo, secondo quanto si legge in una nota, “considerata la necessità di assicurare la continuità nella direzione nella fase di riassetto organizzativo dell’Ente e nel presidio da parte della struttura delle azioni connesse alle operazioni concernenti” banca Mps.

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Il contratto di Granata era scaduto a dicembre 2014 ed era stato già prorogato fino al 30 aprile. Per la scelta del successore di Granata (che potrebbe arrivare già a luglio, prima del Palio) la Deputazione amministratrice avrebbe chiesto a Clarich una “rosa” di nomi tra cui scegliere. Chiuso il capitolo bilancio, la Fondazione dovrà adesso concentrarsi sulla decisione relativa alla partecipazione o meno all’aumento di capitale da 3 miliardi della banca. “Nessuna decisione è stata ancora presa – spiega un membro della Dg – aspettiamo la trimestrale, il piano industriale e i termini dell’aumento”. Resta anche da vedere il futuro del patto di sindacato che lega la Fondazione a Btg Pactual e Fintech, con cui c’erano state “frizioni” proprio sulla lista. “Il patto è in scadenza – spiega il deputato – e bisognerà vedere se c’è la volontà di rinnovarlo. E comunque molto dipenderà dalla decisione di tutti gli aderenti sulla partecipazione all’aumento e l’assetto che verrà fuori dopo l’operazione”.

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