In fuga dal sindacato, trecentomila iscritti hanno strappato la tessera. Cgil la più penalizzata

In fuga dal sindacato, trecentomila iscritti hanno strappato la tessera. Cgil la più penalizzata
5 settembre 2016

di Carlantonio Solimene

In fuga dal sindacato. Sembrerebbe un paradosso, ma nell’era dell’abolizione del totem articolo 18, i lavoratori italiani non corrono sotto l’ombrello protettivo delle associazioni di categoria ma se ne allontanano sempre di più. Come se l’intero comparto sindacale, preso quasi quotidianamente di mira da governo e imprenditori, avesse perso forza e credibilità anche tra chi dovrebbe costituirne la spina dorsale. A testimoniare le difficoltà delle sigle italiane è l’ultimo rapporto elaborato dall’istituto Demoskopika, che incrociando i dati sulle iscrizioni a Cgil, Cisl e Uil con le percentuali degli “attivisti” ha coniato un indice di fiducia nel sindacato che vede le associazioni in netto calo, in special modo nelle regioni del meridione. Mentre una sostanziale tenuta si registra solo nella “rossa” Emilia Romagna. Un po’ di numeri: in due anni, dal 2013 al 2015, i sindacati hanno perso quasi trecentomila iscritti. In termini assoluti la gran parte dei “fuoriusciti” era in precedenza affiliata alla Cgil (in caso di oltre 124mila iscritti), che però è anche il sindacato più “grande” in termini assoluti. In quanto alle regioni, invece, l’emorragia maggiore si è verificata in Lombardia (oltre 40mila iscritti in meno) ma poi a recitare la parte del leone è proprio il Mezzogiorno. Solo tra Campania e Sicilia, invece, sono oltre settantamila i lavoratori che non hanno rinnovato la tessera sindacale.

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Ed è proprio in Campania, stando all’indice elaborato dall’istituto Demoskopika, che le sigle riscuotono un minore appeal, con situazioni appena migliori in Sicilia e Calabria. Una situazione, peraltro, con una sua logicità: nelle aree più depresse del Paese è molto alto il numero dei disoccupati: di coloro, cioè, che non hanno bisogno di una tutela sindacale perché senza lavoro. A contribuire all’indice di Demoskopika, come detto, è anche la percentuale di chi fa il volontario presso le associazioni sindacali senza ricevere alcun compenso. E, da questo punto di vista, i numeri sono emblematici: “Negli ultimi dodici mesi – è scritto nel rapporto dell’Istituto Demoskopika – l’1,2% della popolazione di 14 anni e più ha dichiarato di aver svolto attività gratuita per un sindacato. Un dato non lusinghiero se confrontato con un ben più alto 10,6% di coloro i quali hanno dichiarato di prestare attività gratuita per associazioni di volontariato. In altri termini – si evince elaborando i dati Istat – nel 2015, solo 632 mila persone hanno scelto un impegno gratuito attivo nel pianeta delle organizzazioni sindacali”. Ancora una volta è il Sud a manifestare la maggiore disaffezione. Nel Nord, infatti, i volontari sono stato 285 mila, pari al 45,1% del totale. Seguono il Mezzogiorno e il Centro rispettivamente con 207 mila persone e con 140 mila persone. Ma le Regioni del Sud possono potenzialmente contare su un “bacino” molto più ampio.

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