Governo riparte da infrastrutture per rilancio economia

20 agosto 2014

Far ripartire l’economia del paese. Con questo obiettivo, il Governo si appresta a varare tra una settimana il Decreto legge definito “Sblocca-Italia” e lo fa puntando sulle infrastrutture. Il provvedimento in sè non prevederà nuovi grandi capitoli di spesa ma punterà, in 10 punti, a velocizzare la partenza dei cantieri di opere già finanziate ma non ancora avviate attraverso un’azione di sburocratizzazione. L’Ance stima infatti che sono fermi 3,8 miliardi di euro per le scuole, 1,6 miliardi contro il rischio idrogeologico e 500 milioni euro tra opere bloccate e incompiute, mentre restano ancora da spendere 50 miliardi di fondi europei. In particolare, nel primo punto, dedicato allo “sblocca-cantieri”, sono 14 le infrastrutture individuate dal Governo, per le quali sono già stati stanziati 30,404 miliardi di euro, ma che non sono ancora partite. Tra queste figurano, l’Alta velocità Napoli-Bari, per la quale sono già stati stanziati 2,9 miliardi: i lavori per la realizzazione della linea dovrebbero partire nel 2018, l’esecutivo punta ad accorciare i tempi, con l’avvio del primo cantiere per il novembre del prossimo anno. Altro esempio la linea ferroviaria Catania-Messina-Palermo, già finanziata per 5,250 miliardi: l’avvio dei lavori è previsto per febbraio-marzo 2017, il Governo intende accelerarli alla metà del prossimo anno.

L’esecutivo punta anche a velocizzare i lavori per la realizzazione dell’Alta velocità Torino-Lione, per la quale sono stati già stanziati 2,9 miliardi di euro. Nel mirino del Governo ci sono poi altri 13 cantieri, che sono già in corso, ma che necessitano di ulteriori risorse per un totale di oltre 13 miliardi di euro. Grazie a questo primo pacchetto di interventi, Palazzo Chigi stima la creazione di 95 mila nuovi posti di lavoro, per un totale di 348 mila occupati. In secondo punto è invece dedicato allo “sblocca-comunì’: sono circa 2 mila le indicazioni di intervento arrivate alla presidenza del Consiglio, un terzo delle quali riguarda problemi procedurali e un altro terzo richieste di nuove risorse, che però difficilmente verranno accolte. Anche qui infatti il Governo punta a interventi a costo zero, attraverso uno snellimento delle normative per velocizzare opere già finanziate. Previsti poi interventi di potenziamento delle infrastruttura autostradali attraverso 10 miliardi di nuovi investimenti, non pubblici, ma che dovrebbero arrivare dalla concessionarie in cambio di una rimodulazione dei contratti di concessione. In questo caso però bisognerà tener conto del parere della Commissione europea.

Infine, il secondo capitolo contiene interventi di manutenzione di strade e ferrovie per un miliardo di euro e la creazione di 12 mila posti di lavoro. Il terzo punto riguarda invece le reti di telecomunicazioni. Attraverso lo “sblocca-retì’, il Governo punta a facilitare semplificare la posa in opera di reti e misure di agevolazione fiscale per interventi infrastrutturali da parte dei privati nelle aree cosiddette “bianchè’ (fuori mercato). Il capitolo porti verrà affrontato nel quarto punto, mentre il quinto si occuperà del dissesto idrogeologico: 570 cantieri per un valore di 650 milioni di euro. Per le opere idriche (depuratori, reti e collettori fognari) dalla Campania alla Sicilia, entro il 2014, verranno aperti 104 cantieri per un valore di 480 milioni di euro. Prevista anche una riduzione e aggregazione delle società pubbliche, con affidamenti dei servizi nel rispetto delle norme Ue e introduzione di poteri sostitutivi in caso di inerzia. Il sesto capitolo si occuperà invece dello “sblocco-burocrazià’: 6 miliardi di euro è il valore degli interventi su finanza di progetto, defiscalizzazione, bancabilità dei progetti, contratti di partenariato pubblico-privato. Riforma del codice dei contratti pubblici attraverso delega legislativa Potenziamento operatività di Cassa depositi e prestiti a supporto dell’economia Semplificazione delle procedure e responsabilità per l’utilizzo delle risorse europee (110 miliardi in sette anni 2014-2020).

Ci sarà poi lo “sblocca edilizià’, con un ecobonus per interventi di effcientamento energetico e adeguamento antisismico. Allo studio anche gravi fiscali per chi compra una casa da dare in locazione a canone concordato e a chi intende vendere la propria abitazione per comprarne un’altra. L’ottavo capitolo sarà dedicato allo “sblocca export”, con un piano straordinario per l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti esteri in Italia. Infine, per quanto riguarda gli ultimi due capitoli, il primo si chiamerà “sblocca Bagnoli” e conterrà un nuovo modello di governance territoriale per le aree di crisi industriale per attrarre investimenti e per gli interventi di bonifica e valorizzazione ambientale Nuovo iter semplificato per la cessione di immobili del demanio attraverso percorsi concertati con i comuni. L’altro invece sarà dedicato allo “sblocca energià’, con lo sviluppo di risorse geotermiche, petrolifere e di gas naturale. Il progetto prevede investimenti privati nazionali e internazionali per oltre 17 miliardi di euro, con un effetto sull’occupazione di 100mila unità e un risparmio in bolletta energetica per 200 miliardi in 20 anni.

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