Governo vara piano anti-infrazione: taglia deficit e congela 1,5 miliardi

Governo vara piano anti-infrazione: taglia deficit e congela 1,5 miliardi
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
2 luglio 2019

Alla fine il governo corregge i conti. Riduce il deficit 2019 di 7,6 miliardi e vara un decreto con misure urgenti che ‘congela’ 1,5 miliardi di euro di risparmi del reddito di cittadinanza e quota 100 per destinarli al “miglioramento dei saldi di finanza pubblica”. Quindi, forte anche dello scudo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contro l’apertura di una procedura di infrazione Ue sull’Italia, con il via libera del Consiglio dei ministri all’assestamento e al rendiconto viene certificato un “sensibile miglioramento” dei saldi rispetto alle previsioni iniziali e complessivamente il Piano anti-procedura Ue messo a punto dal governo rende “ingiustificato l’avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell`Italia” in quanto il quadro di finanza pubblica italiano è “ampiamente compliance” con le regole Ue. Nessun “impegno formale”, invece, sul 2020, così come aveva invece sollecitato Bruxelles all’Italia.

Intanto, nel giorno in cui il governo risponde, nero su bianco, alle sollecitazioni dell’Ue l’alleanza giallo-verde registra un nuovo scontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E’ l’argomento Autostrade, in particolare, a dividere in queste ore i due vicepremier che si producono in un battibecco estemporaneo anche sull’assenza del leader del M5S alla riunione. E lo scontro tra i due leader si produce proprio mentre il Cdm da’ il via libera ad un testo che, di fatto, corregge i conti italiani venendo incontro, con il congelamento dei risparmi di reddito e quota 100, alle richieste di Bruxelles. E forse non e’ un caso. Tant’e’ che molti ossevatori leggono l’ennesima lite a distanza tra i due vice come un diversivo per chiamarsi fuori da un decreto dove a prevalere sarebbe l’asse moderato del governo, quello composto dal premier Giuseppe Conte e dal titolare del Mef Giovanni Tria. Salvini, a riunione ancora in corso, lancia volutamente un primo avvertimento, soprattutto in vista della manovra 2020: “Non accetteremo nessuna ipotesi di tagli alla sanita’, alla scuola o agli aiuti a famiglie e imprese”, sottolinea ribadendo l’obiettivo di “abbassare le tasse e aumentare gli investimenti”. Di Maio, invece, concentra la sua attenzione ancora sul dossier della revoca delle concessioni ad Autostrade. “Andiamo avanti come un treno, applicheremo le indicazioni della commissione del Mit”, promette Di Maio in un video su facebook tornando ad attaccare l’atteggiamento che, sul dossier, ha assunto Salvini.

Da Vienna, in visita di Stato, Mattarella in mattinata aveva detto che “non vedo ragioni per aprire la procedura di infrazione contro l’Italia”. Il capo dello Stato ha argomentato, aggiungendo che “il disavanzo di bilancio in Italia e’ passato dal 2,4 al 2,1 tra il 2017 e il 2018, l’avanzo primario e’ passato dall’1,4 all’1,6: sono due dati di trend positivi per i conti pubblici”. Secondo il presidente della Repubblica “vi e’ una condizione di base di economia italiana di grande solidita’, non a caso l’Italia e’ la terza economia della Ue ed e’ la seconda manifattura d’Europa. Credo il Governo stia presentando alla Commissione Ue – ha aggiunto Mattarella – per dimostrare che i conti saranno in ordine, le indicazioni sono rassicuranti e non vi sia motivo per aprire una nuova infrazione”.

E così al termine del Cdm il Tesoro diffonde una nota nella quale chiarisce che quest`anno “l’indebitamento netto dell`Italia si ridurrà di 7,6 miliardi” rispetto alle previsioni del Def di aprile per effetto dei provvedimenti adottati dal governo “senza per questo penalizzare l’impegno del governo a favore della crescita economica, della coesione sociale e della stabilità finanziaria del Paese: tutte priorità che verranno confermate anche nella prossima legge di bilancio 2020”. L’aggiustamento strutturale di bilancio sarà quindi “pari a oltre 0,3 punti percentuali di Pil”, prosegue il Mef. Un pò oltre il 2,1% annunciato nel giorni scorsi, ma più vicino al 2%. Fonti governative hanno fatto sapere che il target scritto nero su bianco sarà il 2,04% (rispetto al 2,4% del Def di aprile), tornando alla soglia faticosamente concordata con la Ue a dicembre dopo la lunga trattativa durante la legge di bilancio.

Intanto, l’assestamento certifica che nel 2019, il conto delle pubbliche amministrazioni registra maggiori entrate tributarie e contributive per 3,5 miliardi di euro e maggiori entrate non fiscali – che comprendono gli utili e i dividendi – per ulteriori 2,7 miliardi. Dal lato delle spese, invece, l’assestamento alloca maggiori risorse (1,15 miliardi) per finanziare l`integrazione del Fondo sviluppo e coesione, il finanziamento del Tpl per 300 milioni, l`integrazione delle risorse per la misura ‘Card diciottenni’ e per il funzionamento dell`Agenzia dell`entrate.
Ulteriori risorse, per 204 milioni di euro netti, sono associate al Fondo politiche sociali, al funzionamento delle Università e al Fondo per il diritto allo studio. Il Mef precisa che tali maggiori spese sono parzialmente compensate da minori spese per erogazioni associate alle deferred tax assets (Dta) e minori interessi.

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