I social impazzano: “Fermiamo il Giubileo”. Ma la Chiesa si oppone

I social impazzano: “Fermiamo il Giubileo”. Ma la Chiesa si oppone
15 novembre 2015

di Andrea Acali

Fermare l’Anno Santo: su Twitter l’hashtag #stopGiubileo è uno dei più utilizzati. Con pareri contrastanti: molti chiedono di fermare l’evento, altrettanti invitano a non cedere alla paura. E allora perché non fermare anche le Olimpiadi o gli Europei di calcio? O semplicemente chiudere i teatri, i ristoranti, le discoteche? In questo modo i terroristi islamici avrebbero già vinto. È l’opinione di molti che non vogliono cedere di fronte alla violenza cieca dei fanatici dell’Isis. Tra quanti non vogliono la celebrazione dell’Anno Santo a Roma c’è anche un teologo passionista, Antonio Rungi, che facendosi “interprete di tanti fedeli della Chiesa Cattolica che è in Italia” ha scritto al Papa chiedendo “di sospendere tutte le celebrazioni con la partecipazione dei fedeli a tutte le manifestazioni in programma per tutto l’Anno giubilare, per garantire a tutti la serenità, la salute e la vita. Ciò – sostiene il religioso – non vuol dire che l’Anno giubilare della Misericordia non debba svolgersi. Anzi, al contrario, esso si deve svolgere regolarmente secondo quanto stabilito dallo stesso Papa Francesco nella Lettera del 1 settembre 2015, dove detta le regole per lo svolgimento del Giubileo non solo a Roma, ma anche in tutto il resto del mondo”. Anche il Codacons ha rivolto “un accorato appello a Papa Francesco, non perché annulli il Giubileo, ma perché lo trasformi in un momento di preghiera al quale i fedeli possono partecipare dal proprio paese, senza recarsi a Roma”.

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Ma dal Vaticano giungono segnali di tutt’altro tenore. Il presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, incaricato di organizzare gli eventi religiosi dell’Anno Santo, ha spiegato che “proprio davanti ad atti di violenza così gratuiti e così mostruosi si pone ancora di più l’esigenza e la necessità di dare dei segni che invitano alla misericordia, al rispetto e all’accoglienza, quindi mi sembra che se non ci fosse già stato un Giubileo, davanti a questi fatti se ne sarebbe dovuto indire uno straordinario”. Concetto ribadito anche dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi: “Non è proprio tempo di rinunciare al Giubileo o di averne paura. Ne abbiamo più bisogno che mai – ha detto alla Radio Vaticana – Dobbiamo viverlo con saggezza, ma anche con coraggio e con slancio spirituale”. “In questi giorni tristi per l’imperversare di una violenza omicida folle e orribile – ha aggiunto – molti si domandano come reagire. Alcuni si fanno già la domanda su come vivere l’attesa del Giubileo. Attenzione! Questi omicidi posseduti da un odio insensato si chiamano terroristi proprio perché vogliono diffondere il terrore. Se noi ci lasciamo spaventare, hanno già raggiunto un loro primo obiettivo. È una ragione di più per resistere con decisione e con coraggio alla tentazione della paura”. Anche se, ovviamente, “bisogna essere prudenti e non irresponsabili, prendere le precauzioni che siano ragionevoli.

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Ma dobbiamo continuare a vivere costruendo pace e fiducia reciproca. Perciò direi che il Giubileo della misericordia si manifesta ancora più necessario”. Anche il Papa è tornato sui terribili attentati di Parigi con una telefonata in diretta a TV2000, la televisione della Cei. “Sono commosso e addolorato. Non capisco ma queste cose sono difficili da capire, fatte da essere umani. Per questo sono commosso, addolorato e prego. Sono tanto vicino al popolo francese tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per tutti loro” ha detto il Pontefice con la voce rotta dall’emozione. E riferendosi all’espressione, usata spesso, di una “terza guerra mondiale a pezzi” ha aggiunto che “Questo è un pezzo, non ci sono giustificazioni per queste cose”, nè “religiosa” e neppure “umana. Questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia” ha concluso il Papa. Oggi la Cei ha disposto che in tutte le parrocchie italiane si preghi per le vittime degli attentati. Il cardinale Bagnasco, nel condannare la strategia del terrore che si esprime in questo nuovo attentato all’umanità, ha rilanciato “l’impegno di tutta la comunità ecclesiale a contribuire fattivamente alla convivenza sociale, alla riconciliazione e alla pace”.

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