Il cashback resta senza soldi, il bonus diventa “briciole”

Il cashback resta senza soldi, il bonus diventa “briciole”
12 dicembre 2020

Il cashback potrebbe risultare un ennesimo flop del Conte 2 ma soprattutto potrebbe trasformarsi in una beffa per gli italiani. Infatti, ci sono pochi soldi disponibili rispetto al successo che sta ottenendo l’iniziativa, e questo porterebbe “briciole” nelle tasche dei consumatori, a sua volta, invogliati dal governo giallorosso a spendere con le carte di credito fino al 31 dicembre proprio per ottenere il famigerato bonus di 150 euro. In sostanza, è partito male e rischia di arrivare peggio, il cashback. E dire che era stato annunciato in pompa magna dallo stesso premier a reti unificate, snocciolando una serie di numeri e combinazioni da mandare in tilt anche il più ferrato matematico del globo. Ma andiamo ai fatti. E i fatti sono riportati sul decreto del 24 novembre 2020, n.156. Il provvedimento, in soldoni, non solo stanzia per questa misura voluta dal governo per incentivare l’uso dei pagamenti elettronici, soltanto 227,9 milioni di euro ma pone questa precisa clausula: “Qualora la predetta risorsa finanziaria (227,9 milioni, ndr) non consenta il pagamento integrale del rimborso spettante, questo è proporzionalmente ridotto”.

Tradotto dal burocratese: se i soldi non bastano, diminuiremo il bonus agli italiani. Così stanno le cose. Almeno fino a oggi. Se poi domani il Conte 2 vuole rimediare, dovra rimpinguare il relativo capitolo, ma questa è un’altra storia. Il governo, forse non avrà messo sufficienti soldi o perché non credeva al cashback o per distrazione, dato tutti i Cdm notturni. Sta di fatto che gli italiani, l’iniziativa l’hanno preso sul serio. E i numeri ne sono una testimonianza: l’app IO è stata scaricata da quasi 8 milioni di italiani, cifra in creascendo ora per ora. Tuttavia, i cittadini iscritti al programma di rimborso sono 3,6 milioni e sono destinati anch’essi ad aumentare nonostante le difficoltà spe a volte manifestano i server. Ebbene, facciamo quattro conti. Se tutti 3,6 milioni di utenti spendessero 1.500 euro, singolarmente avrebbero diritto al 10 per cento di bonus, ovvero un massimo (poi vedremo perché) di 150 euro e ciò presuppone risorse per 540 milioni di euro. Ma come detto, il governo ne ha stanziati quasi la metà.

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Ipotizzando sempre i 3,6 milioni di utenti già registrati, invece, e ipotizzando che raggiungano tutti il minimo delle 10 operazioni richieste, con i 227,9 milioni disponibili, al consumatore andrebbe mediamente un bonus di 63,3 euro ciascuno. Lo stesso, in pratica, per chi effettuerebbe una spesa complessima di 633 euro, perché come è noto, il bonus è pari al 10 per cento. Spieghiamo invece perché pur spendendo 1.500 euro, l’utente non ricevere il 10 per cento e quindi 150 euro. Un lampante esempio lo fa “Il Sole 24 Ore”, ricordando che il cashback per singola operazione sarà al massimo di 15 euro. Chi esegue nove acquisti da 100 euro e uno da 600 euro riceverà un cashback di 105 euro (10 euro x 9 + 15 euro) e non quindi 150 euro. Nel caso specifico, il risparmio complessivo è stato del 7 per cento (105 euro su 1500 spesi). Il cashback può dunque far risparmiare, come detto, fino al 10 per cento, ma non sempre come s’è visto si arriva a questa percentuale.

Intanto, dopo essere andato in tilt il primo giorno dell’avvio dell’iniziativa il sito per la la registrazione al cashback, in queste ore si registra una netta attenuazione dei rallentamenti per il caricamento delle carte di credito all’interno della sezione “Portafoglio” dell’app IO. Lo conferma il numero elevato e in progressivo rialzo delle carte di credito attivate per il cashback sull’app, oltre 820 mila in meno di 24ore. E che si aggiunge agli oltre 1,7 milioni di carte PagoBANCOMAT. Supera infine il milione il totale degli strumenti di pagamento registrati attraverso i sistemi messi a disposizione dagli altri operatori del settore.

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