Italia divisa in tre aree, chiuse sale da gioco e musei. Ecco la traccia dell’ultimo Dpcm anti-Covid

Italia divisa in tre aree, chiuse sale da gioco e musei. Ecco la traccia dell’ultimo Dpcm anti-Covid
2 novembre 2020

Entro mercoledì, il premier Giuseppe Conte varerà un ennesimo Dpcm. “Il quadro epidemiologico nazionale ed europeo appare particolarmente critico – ha osservato il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera e al Senato -. La pandemia corre inesorabilmente e impetuosamente in tutto il continente, costringendo ciascun Paese a individuare e adottare misure progressivamente più restrittive”. Il premier ha così annunciato un nuovo Dpcm perché “costretti a intervenire in un’ottica di prudenza e massima precauzione” assumendo “una decisione, orientata ai principi di proporzionalità e adeguatezza, che contempli nuovi interventi restrittivi, modulati e differenziati sulla base del livello di rischio concretamente rilevato nei territori”.

In pratica, il prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri individuerà tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio, per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive. “Pensiamo – ha proseguito Conte – di disporre la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie, negozi di genere alimentari, tabacchi ed edicole che si trovano all’interno dei centro commerciali”. Chiusura anche di sale da gioco e delle sale bingo, sale scommesse, videogiochi. Chiuderanno anche musei e mostre, “prevediamo – ha aggiunto Conte – anche la riduzione fino al 50% del limite di capienza dei mezzi di trasporto locali. Infine prevediamo di porre un limite agli spostamenti da e verso regioni che presentano elevati coefficienti di rischio, salvo che non vi siano comprovate esigenze lavorative, motivi di studio o salute, situazioni di necessità”.

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Dunque, il territorio italiano verrà suddiviso in tre aree ancora da tracciare. Una strategia che va modulata a seconda della situazione delle regioni, ha evidenziato Conte. “Per questo motivo adotteremo una decisione per interventi modulati sulla base di rischi elevati sul territorio sulla base di criteri scientifici. Introdurremo un regime differenziato basato su differenti scenari regionali”, ha aggiunto il premier mettendo il punto su un tema che ha fatto registrare tensioni con le regioni: alcuni governatori, infatti, hanno insistito fino alla riunione di questa mattina sulla necessità di prevedere misure uniformi su tutto il territorio nazionale. Per modulare i singoli interventi si terrà in considerazione l’indice di contagio che, a livello nazionale, “è all’1,7 ma in alcune regioni il dato è superiore. Esiste un’alta probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese”.

In sostanza, la pandemia corre e il rischio è che gli ospedali possano trovarsi presto in affanno. Non a caso Conte, si è presentato alle Camere per le comunicazioni con le quali ha illustrato il prossimo Dpcm: un passaggio parlamentare inedito, dall’inizio della pandemia, con cui il premier ha inteso rendere protagoniste le Aule di Montecitorio e Palazzo Madama, ma soprattutto coinvolgere le opposizioni nella catena decisionale, dopo che il centrodestra ha respinto l’idea di una commissione bicamerale.

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