Italia scongiura infrazione Ue. Tria: è una bella giornata. Moscovici: ecco perché non è più giustificata

3 luglio 2019

Alla fine l’Italia ce l’ha fatta. Ha evitato il ‘cartellino rosso’ di Bruxelles sui suoi conti pubblici. Una tegola che pendeva su Roma dallo scorso dicembre e che continuerà a pesare se non verranno rispettati anche gli impegni futuri. Infatti, il confronto è rinviato all’autunno. “E’ decisamente una bella giornata per l’Italia”, commenta a caldo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che più di tutti, insieme al premier Giuseppe Conte, ha condotto la difficile trattativa con l’Europa. “A rendere possibile questo risultato non è stato un miracolo, ma la conduzione di una prudente politica della finanza pubblica”, ha riconosciuto Tria, sottolineando che “l’Italia ha vinto due volte”. L’impegno del governo “è stato premiato dall’accordo con la Commissione europea e, ancora più importante, dalla reazione estremamente positiva dei mercati”.

L’esecutivo di Giuseppe Conte si impegna, quindi, a rispettare gli impegni del patto di stabilità e crescita anche nel 2020. Nella lettera, datata 2 luglio, che premier e ministro hanno inviato alla Ue si legge: “il governo italiano anche per il 2020 ribadisce l’impegno a raggiungere un miglioramento strutturale in linea con le richieste del Patto di stabilità”. L’obiettivo è quello di andare avanti di pari passo con il risanamento e le riforme strutturali per favorire la crescita. “Il risanamento di bilancio – si legge – procederà di pari passo con le riforme strutturali con l’obiettivo di migliorare il potenziale di crescita dell’economia”. Nella missiva viene, inoltre, annunciato che anche per il prossimo anno sono attesi risparmi da reddito e pensioni. “Le stime per il 2020 a legislazione vigente saranno riviste alla luce dei trend favorevoli osservati nel 2019 e delle spese per le nuove misure di welfare (reddito di cittadinanza e pensione anticipata)” che “ci aspettiamo essere più basse di quanto previsto anche nel 2020”, scrivono Conte e Tria.

Inoltre, per evitare gli aumenti dell’Iva nel 2020, come chiesto dal Parlamento italiano, il governo metterà a punto “misure alternative”. A questo scopo si sta lavorando a “una strategia integrata che si basa su una nuova spending review e sulla revisione delle tax expenditures”. Tria, in una nota personale, ha voluto rimarcare gli sforzi nel condurre la trattativa con la Commissione europea. Un risultato positivo che è stato raggiunto senza far ricorso a una manovra correttiva. “Non è stato facile trovare l’intesa con Bruxelles. Ma ci siamo riusciti grazie a un grosso sforzo che, come ho più volte ripetuto nelle ultime settimane, non ha richiesto una manovra correttiva ma ci ha comunque evitato la procedura di infrazione per debito eccessivo”. Tuttavia, il ministro ha avvertito che “la sfida non è finita”. A questo punto “dobbiamo concentrare gli sforzi per proseguire su questa strada virtuosa che ci consenta di aumentare il nostro potenziale di crescita grazie a una spinta a investimenti, produttività e competitività del nostro sistema-paese”.

Moscovici: ecco perché procedura Italia non è più giustificata

“Una buona notizia per l’Italia, per l’Eurozona e per la credibilità delle regole comuni su cui è fondata”. Così il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ha definito, durante la sua conferenza stampa a Bruxelles, la decisione presa dalla Commissione di fermare la procedura per deficit eccessivo riguardo all’Italia per violazione della regola del debito. Il commissario ha riconosciuto lo sforzo di bilancio fatto dal governo per evitarla, nonostante la crescita molto più debole del previsto, concludendo che la procedura “in questa fase non è più giustificata”, e che “sarebbe controproducente dal punto di vista economico, e per il debito pubblico, chiedere al Paese di fare di più quest’anno, in queste circostanze congiunturali”. “Dopo che, un mese fa, – ha ricordato Moscovici – avevamo concluso che la procedura a carico dell’Italia per violazione della regola del debito era giustificata, avevo detto in tutte le lingue che la mia porta restava aperta alle autorità italiane, e che la Commissione era pronta a esaminare eventuali nuove informazioni, prima di proporre una raccomandazione formale al Consiglio Ue. Questo approccio favorevole all’ascolto è stato convalidato dagli Stati membri durante l’Eurogruppo del 14 giugno. In questo quadro, abbiamo proseguito le discussioni franche e costruttive cone le autorità italiane nelle ultime settimane”.

La Commissione, ha continuato Moscovici, “aveva posto tre condizioni: per il 2018, compensare il più possibile la deviazione di bilancio (rispetto alla traiettoria prevista per il deficit, ndr) constatata in aprile da Eurostat; per il 2019, correggere la deviazione dello 0,3% che si osservava nelle nostre previsioni economiche del maggio scorso; e, infine, per il 2020, ottenere delle rassicurazioni nel progetto di bilancio, per il quale noi prevedevamo un disavanzo pari al 3,5% del Pil e un aumento del debito/Pil al 135%”. “Dopo le discussioni che ho avuto con il ministro dell’Economia Giovanni Tria lo scorso week-end e subito prima a Osaka”, a margine del vertice del G20, “il governo italiano lunedì ha adottato un pacchetto di misure che formalizza le risposte alle condizioni che avevamo posto”, ha riconosciuto il commissario. “Questo pacchetto presentato dal governo italiano, ha spiegato Moscovici, “include un aggiornamento di metà anno che prevede una correzione totale del bilancio di 7,6 miliardi di euro, pari allo 0,42% del Pil. Una correzione che è basata principalmente su entrate aggiuntive per un importo di 6,2 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi di maggior gettito fiscale e 600 milioni di maggiori contributi sociali, oltre a 2,7 miliardi di dividendi più alti, che saranno pagati allo Stato dalla Banca d’Italia e dalla Cassa Depositi e Prestiti”.

“Inoltre – ha proseguito il commissario -, il governo ha anche adottato un decreto legge che dovrà essere votato dal Parlamento entro sessanta giorni e attivato per il 15 settembre. Questo decreto legge congela 1,5 miliardi di euro nel bilancio 2019, oltre ai 2 miliardi già congelati lo scorso dicembre”. Questo significa, in pratica, che i risparmi su reddito di cittadinanza e ‘quota 100’, verranno utilizzati per ridurre il deficit e non per rifinanziare le stesse misure l’anno successivo. “Grazie a tutte queste misure – ha sottolineato Moscovici -, l’Italia rispetterebbe nel complesso le regole del Patto di Stabilità nel 2019 per quanto riguarda lo sforzo strutturale, mettendosi così in conformità. Anzi, in realtà realizzerebbe un aggiustamento più grande del previsto (+0,3 punti percentuali) e compenserebbe, in più, gran parte della deviazione constatata nel 2018”. “Per quanto riguarda il deficit nominale – ha constato il commissario -, l’Italia rispetterebbe anche i suoi impegni dello scorso dicembre, riducendo il suo deficit allo 2,04% del Pil nel 2019. Questo è stato un punto importante per noi: mantenere la credibilità di questo accordo”. “L’Italia – ha osservato – sta facendo lo stesso sforzo che era stato previsto a dicembre” nell’accordo con la Commissione, “ma senza crescita, mentre le nostre previsioni erano allora che il Pil sarebbe aumentato dell’1%. Pensiamo – ha sottolineato ancora Moscovici – che sarebbe controproducente dal punto di vista economico, e per il debito pubblico, chiedere al Paese di fare di più quest’anno, in queste circostanze congiunturali”.

La valutazione della Commissione è che “le prime due condizioni, ovvero l’aggiustamento di bilancio per il 2018 e il 2019, rispettando l’obiettivo di deficit nominale del 2,04% per il 2019, sono quindi rispettate”. Diversa è la situazione per l’anno prossimo: “Per il 2020, le nostre previsioni di primavera indicavano che il deficit nominale raggiungerebbe il 3,5% del Pil, con un peggioramento del saldo strutturale dell’1,2% del Pil. Abbiamo quindi insistito con i nostri interlocutori italiani – ha riferito Moscovici – sulla necessità di rispettare le regole del Patto di Stabilità continuando nel 2020 a fornire uno sforzo strutturale significativo, garantendo la conformità (la cosiddetta ‘broad compliance’)”. Questo sforzo, ha precisato il commissario, “deve passare attraverso la sostituzione della clausola di aumento dell’Iva, che il governo non vuole attuare, con misure alternative che assicurino il rispetto generale del Patto. Sarà necessario anche un programma di riforme strutturali che consenta finalmente all’economia italiana di generare una crescita sufficiente e così di abbattere il deficit e il debito. Prendo nota con soddisfazione dell’impegno delle autorità italiane ad aderire per questo al programma del Semestre europeo”. “Lunedì sera – ha riferito ancora Moscovici -, il governo ha assunto questo impegno con una lettera firmata anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e da Giovanni Tria, anche se i dettagli arriveranno in ottobre con il progetto di bilancio per il 2020. Uno degli ultimi compiti di questa Commissione sarà quello di fare una prima valutazione di quel progetto di bilancio. Dopo, questo dossier passerà ai nostri successori”.

Insomma, “sulla base di questi impegni, la Commissione ha concluso che una procedura per deficit eccessivo riguardo all’Italia per violazione della regola del debito riguardo non è più garantita in questa fase”. “Spiegherò queste conclusioni in dettaglio all’Eurogruppo – ha annunciato il commissario – la prossima settimana, e sono molto fiducioso che i ministri concorderanno con esse”. “Siamo con questo arrivati alla fine della strada? Chiaramente no”, ha risposto Moscovici: “Dovremo continuare – ha avvertito – a monitorare l’esecuzione del bilancio dell’Italia molto da vicino nella seconda metà di quest’anno. Dovremo anche valutare molto attentamente la bozza della legge di bilancio per il 2020, che deve esserci inviata entro il 15 ottobre prossimo”. Una prima valutazione di questo progetto di bilancio “sarà uno degli ultimi e più importanti compiti di questa Commissione”, che termina il suo mandato il 31 ottobre. “E saluto – ha aggiunto il commissario – la volontà del primo ministro Conte di perseguire un dialogo costruttivo con noi al fine di garantire che la bozza della legge di bilancio sia conforme al ‘braccio preventivo’ del Patto di Stabilità”, ovvero alle regole che riguardano i paesi membri non sottoposti a procedura per deficit eccessivo.

“Ho letto tante volte in queste ultime settimane – ha ricordato Moscovici – che la Commissione stava preparando una procedura disciplinare contro l’Italia. Ma l’obiettivo del Patto di Stabilità non è punire o mettere in riga i governi; è garantire che perseguano politiche di finanza pubblica sane e che correggano rapidamente i problemi quando si verificano. E questo è stato il risultato dell’ultima fase di questo processo”, per quanto riguarda l’Italia. “Conte può stare tranquillo, la mia porta rimane aperta”, ha concluso. La decisione della Commissione è stata presa “per consenso”, ovvero senza che nessuno abbia sollevato obiezioni. Era assente dalla riunione del collegio, e non ha partecipato neanche alla conferenza stampa, il vicepresidente responsabile per l’Euro Valdis Dombrovskis, spesso descritto come un “falco”, molto più orientato al rigore rispetto al più flessibile Moscovici. Ma è stato lo stesso Moscovici a garantire che il vicepresidente non avrebbe avuto una posizione diversa: “E’ successo a volte – ha ricordato – che avessimo sensibilità diverse, ma siamo sempre arrivati alle stesse conclusioni. Questa volta, avevamo la stessa identica sensibilità e siamo arrivati alla stessa conclusione… Ne siamo entrambi molto felici”.

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